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il blog di Luciano Muhlbauer

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Whitewashing a Palazzo Lombardia perché tutto continui come prima - 20 giugno h. 15 #cacciamoli

June 16, 2021

Ci stiamo vaccinando, le statistiche sorridono, le restrizioni cadono ed è pure arrivata l’estate. Insomma, abbiamo voglia di riconquistarci le nostre vite e di dimenticare quello che abbiamo passato l’anno scorso. Ai piani alti di Palazzo Lombardia l’hanno capito benissimo e sull’onda di una campagna vaccinale che al netto dei casini AstraZeneca corre veloce ed efficiente, il governo regionale si è lanciato in una vera e proprio campagna di whitewhashing, per rimuovere morti e responsabilità e presentare di nuovo la Lombardia in versione locomotiva del paese e vittima della propaganda di sinistra. E se non stiamo attenti, considerata anche l’inconsistenza dell’opposizione istituzionale, potrebbe pure funzionare.

La posta in gioco non è solo la sopravvivenza dell’attuale personale politico, ma soprattutto la salvaguardia di un sistema di potere costruito in 26 anni di governo ininterrotto e che si basa sull’equiparazione tra pubblico e privato nell’erogazione dei servizi e, quindi, nell’accesso ai finanziamenti pubblici. Un sistema pervasivo e radicato, che nel tempo ha sedimentato e organizzato consistenti interessi materiali, invadendo persino il campo teoricamente avverso. Cioè, quello che conosciamo con il nome modello Lombardia, in origine si chiamava più correttamente modello Formigoni, ma a un certo punto i Ds (poi Pd) cessarono di criticare la sua logica et voilà…

Il core business del modello Lombardia è la sanità, che rappresenta da sola i due terzi dell’intero bilancio regionale, cioè circa 22 miliardi su 33 miliardi complessivi (previsione 2021) e di cui una parte sempre più importante viene drenata verso la sanità privata. Non è mai facile riuscire a fare in conti precisi, ma basti sapere che oggi in Lombardia su un totale di 238 ospedali ben 104 sono privati e che il 40% della spesa pubblica per le degenze ospedaliere, cioè 5,3 miliardi di euro, è stato assorbito dalle prestazioni in strutture private (dato 2019).

L’artefice del sistema era stato il ciellino Roberto Formigoni, Presidente lombardo dal 1995 fino al 2013, ma le cose non cambiarono neanche dopo la sua caduta nel 2013, causa accumulo di scandali e corruzione, in buona parte legati alla sanità. Anzi, a riprova della pervasività dell’intreccio di interessi, nonché della mancanza di credibilità e iniziativa dell’opposizione, il centrodestra vinse anche le elezioni anticipate, operando un semplice aggiustamento interno all’alleanza. In altre parole, nel 2013 finiva l’era di Comunione e Liberazione e cominciava quella della Lega, prima con Maroni e poi con Fontana.

Poi è arrivata quella maledetta pandemia e la Lombardia si è conquistata il triste primato mondiale del più alto tasso di mortalità per Covid per milione di abitanti, evidenziando non soltanto la manifesta inadeguatezza di un personale politico al potere da troppo tempo, ma soprattutto l’insostenibilità sociale del modello lombardo, ospedalocentrico e privatistico, capace di generare lauti profitti per alcuni, ma in ultima analisi incapace di tutelare la salute dei cittadini e delle cittadine.

Eppure è proprio quel sistema, quel modello e quegli interessi che la giunta regionale intende salvaguardare con la riproposizione della narrazione dell’eccellenza, come se non fosse successo nullo. Infatti, sul tavolo c’è ora qualcosa di molto concreto, cioè la necessità non più procrastinabile di riformare entro il 2021 la “sperimentale” riforma Maroni della sanità (legge regionale n. 23/2015).

Certo, oggi nessun esponente del centrodestra lombardo si sogna più di ripetere le terribili idiozie dell’allora sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, che aveva seriamente affermato che “nei prossimi 5 anni mancheranno 45 mila medici di base, ma chi va più dal medico di base?”. No, parleranno molto di medicina territoriale, invece, e tenteranno anche così di ri-legittimare il modello esistente, magari aprendo anche quel settore al business della sanità privata. Sempre a spese del bilancio pubblico, beninteso.

Ecco, è per questo che bisogna muoversi, non permettergli di sottrarsi alle loro responsabilità ed esigere un cambio vero, sostanziale. Cioè, investimenti nella sanità pubblica e un sistema sanitario che abbia al centro le persone e la cura e non la malattia e gli affari. Ed è per questo che domenica 20 giugno, alle ore 15, è giusto, opportuno e necessario trovarci tutti e tutte sotto Palazzo Lombardia per la mobilitazione promossa ad un anno esatto dalla prima manifestazione sotto la Regione.

Qui l’evento Regione Lombardia #cacciamoli! 20 giugno dove trovate l’appello, gli aggiornamenti e tutto quello che c’è da sapere.

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la mobilitazione #cacciamoli del 20 giugno 2020 sotto Palazzo Lombardia

la mobilitazione #cacciamoli del 20 giugno 2020 sotto Palazzo Lombardia

In Politica Tags regione lombardia, Fontana, Formigoni, sanità, sanità privata, covid-19, Milano, 20 giugno
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Anche oggi, come sempre, a #Milano con la #Palestina e la sua #resistenza contro il genocidio e l’occupazione coloniale

#Gaza
#StopGenocide 
#EndOccupation 
#FreePalestine
Anche oggi, come sempre, a #Milano con la #Palestina e la sua #resistenza contro il genocidio e l’occupazione coloniale #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine
Il @milanopride pieno di gente, con netta prevalenza di giovani e giovanissim3. Ormai è diventata una sua caratteristica. Forse ci si poteva aspettare più politica, visto il momento di reazione globale. Certo nella piattaforma c’e
Il @milanopride pieno di gente, con netta prevalenza di giovani e giovanissim3. Ormai è diventata una sua caratteristica. Forse ci si poteva aspettare più politica, visto il momento di reazione globale. Certo nella piattaforma c’era, compresa la denuncia del genocidio palestinese, e anche sui carri politici e sociali, ma tra le persone sembra essere prevalsa la voglia di mostrare se stessi, di dire eccomi e non me ne vado. #MilanoPride #ResistenzaArcobaleno #NoPrideInGenocide
Al Consolato Usa di #Milano contro le guerre di Usa e Israele e il genocidio a #Gaza. Rompere ogni complicità 
#StopWar #StopGenocide #FreePalestine
Al Consolato Usa di #Milano contro le guerre di Usa e Israele e il genocidio a #Gaza. Rompere ogni complicità #StopWar #StopGenocide #FreePalestine
Siamo gente seria
Stiamo con la Palestina 
#stopgenocide #freepalestine
Siamo gente seria Stiamo con la Palestina #stopgenocide #freepalestine
SCIOPERO GENERALE PER GAZA E CONTRO L’ECONOMIA DI GUERRA
Una presa di parola da parte di lavoratori e lavoratrici contro il genocidio a Gaza, per salari dignitosi e contro l’economia di guerra che ci vogliono imporre. Il sindacalismo di b
SCIOPERO GENERALE PER GAZA E CONTRO L’ECONOMIA DI GUERRA Una presa di parola da parte di lavoratori e lavoratrici contro il genocidio a Gaza, per salari dignitosi e contro l’economia di guerra che ci vogliono imporre. Il sindacalismo di base oggi si è assunto la responsabilità di indire questo sciopero che ci voleva. Altri e più forti dovranno seguire se vogliamo fermare i complici di Israele e i signori del riarmo. Nelle foto il corteo di #Milano #scioperogenerale #noriarmo #stopwar #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #resistenza #FreePalestine
Venerdì 20 giugno c’è lo sciopero generale indetto dalle organizzazioni del sindacalismo di base. Uno sciopero diverso da altri, perché mette al primo posto la cessazione del genocidio in corso a Gaza per mano di Israele e
Venerdì 20 giugno c’è lo sciopero generale indetto dalle organizzazioni del sindacalismo di base. Uno sciopero diverso da altri, perché mette al primo posto la cessazione del genocidio in corso a Gaza per mano di Israele e la solidarietà con il popolo palestinese. Uno sciopero contro la guerra e per l’immediato cessate il fuoco su tutti i fronti, da Gaza all’Iran all’Ucraina. Uno sciopero contro il riarmo e l’economia di guerra, per più salari e sicurezza sul lavoro. Uno sciopero da fare, assolutamente, perché è la cosa giusta da fare. 👉 a #Milano ci troviamo alle h. 9.30 in Santo Stefano per il corteo #stopwar #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #resistenza #FreePalestine

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