Il tempo ci dirà cosa succederà sul piano giudiziario, ma sul piano politico è sempre più evidente quello che evidente già era per chi questa città la vive e non fa parte dei cosiddetti facoltosi.
Un “modello Milano” tutto grandi eventi e cemento, con l’urbanistica di fatto governata dalla speculazione edilizia e con il Comune ridotto a fare da maggiordomo. Una città a misura di ricchi, che radicalizza la disuguaglianza ed espelle chi non fattura abbastanza. Una Milano insostenibile per chi campa del suo lavoro, persino quando non è costrettə alla precarietà e al sottosalario. Una Milano con tante vetrine, scintillanti, tutte uguali e ugualmente senza anima, mentre gli spazi sottratti alla mera valorizzazione infinita del capitale sono sotto assedio permanente.
Il crollo dell’insegna sullo “storto” è stata un’avvisaglia, ora il mare mosso porta alla superficie il fango, ma la cosa peggiore è che chi amministra la città è del tutto sdraiato su questo modello al tramonto, incapace di reagire, anzi parte del problema e, in ultima analisi, il miglior propagandista di una destra cittadina che appariva fuorigioco.
I magistrati faranno i magistrati, ma noi dovremmo ri-cominciare a prendere in mano il destino della nostra città.
Pubblicato su Milano in Movimento il 16 luglio 2025