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il blog di Luciano Muhlbauer

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Hanno sgomberato il Soy Mendel. A Milano un altro spazio sociale viene chiuso in vista di Expo

March 5, 2015

È successo mercoledì mattina a Baggio, periferia ovest milanese. La Questura ha sgomberato il Soy Mendel, uno spazio sociale nato appena cinque mesi fa. Si mormora che fosse stata la proprietà a chiedere lo sgombero, ma è una versione che non convince fino in fondo, anche perché lo spazio è un’ex fabbrica abbandonata da tempo e non risultano progetti su quell’area. I ragazzi e le ragazze di Soy Mendel avevano semplicemente portato vita e socialità laddove regnava il nulla e il degrado. Ora quel nulla e quel degrado torneranno a regnare sovrani in via Cancano.

Qualcuno a Milano esulterà, qualcuno si dichiarerà soddisfatto per il “ripristino della legalità” e qualcun altro ci terrà a sottolineare che non c’entra nulla. Da parte mia non posso che ripetere quello che penso da sempre, cioè che chi occupa e riempie di vita spazi abbandonati e degradati non è un problema, ma anzi fa un servizio alla città e alla cittadinanza. Anche per questo vi invito, se oggi siete dalle parti di Baggio, a partecipare al presidio solidale con il Soy Mendel che si tiene oggi giovedì 5 marzo, alle h. 18.30 in Piazza Anita Garibaldi.

Di seguito il comunicato di Soy Mendel:

COMUNICATO SOY MENDEL DOPO LO SGOMBERO

Sono passati esattamente cinque mesi da quando un gruppo di ragazzi e ragazze della zona ha deciso di occupare una fabbrica abbandonata da più di vent'anni, per restituire al quartiere di Baggio uno spazio sociale, culturale e di aggregazione . Un punto di riferimento che a Baggio – classico quartiere periferico e popolare di Milano direttamente coinvolto negli sporchi affari di Expo- manca da anni, dove portare avanti valori per noi fondamentali come l'antifascismo, l'antirazzismo e l'antisessismo.

Il collettivo del Soy Mendel si è da subito ingrandito includendo i ragazz* universitari che frequentano la biblioteca; i più grandi, reduci dalle vecchie esperienze delle ultime occupazioni a Baggio, ormai di tanti anni fa e non solo. Lo spazio era giornalmente frequentato dai giovani ragazzi dei palazzi popolari, stacanovisti del biliardino e da chi semplicemente voleva fare due chiacchiere prima di andare a casa.

Il bello di Soy Mendel è proprio questo, un gruppo di persone che non si conoscevano ma che, condividendo l'autogestione di uno spazio sociale, hanno imparato a viversi e a costruire insieme progetti e iniziative.

Siamo partiti senza acqua e senza elettricità, con una montagna di macerie e le finestre spaccate. E oggi possiamo dire con orgoglio che quel posto l'abbiamo reso più che vivibile e che ogni singola conquista era vissuta da noi come una gran vittoria. Indimenticabili i momenti in cui per la prima volta abbiamo visto uscire l'acqua dai rubinetti, la prima stufa accesa che non scaldava nessuno, la prima birra spillata al posto della lattina del discount... potremmo andare avanti con mille aneddoti che ripensandoci sembrano arrivare da anni di condivisione invece che da pochi mesi. 

In questo breve periodo a Baggio era stato creato un luogo dove si sono attivati dei corsi di Karate e Yoga, un' aula studio, un cineforum, cene collettive, un palco che ha ospitato esibizioni teatrali, collettivi politici, concerti e dj set. Una palestra popolare per il quartiere era in costruzione. Eravamo in attesa della primavera per sistemare e sfruttare il giardino affianco al nostro parco delle cave. Abbiamo da subito dialogato con le associazioni presenti nel quartiere, cercando di costruire qualcosa assieme utile alla comunità e da subito ci siamo inseriti nelle lotte cittadine portate avanti dai collettivi che condividono con noi gli stessi ideali.

Questa mattina verso le 9.30 ci hanno comunicato che erano dentro e ci stavano sgomberando. Nell'infame vocabolario sbirresco significava che avevano già distrutto in pochi minuti mesi di lavori collettivi: le finestre erano tornate giù, i sanitari erano tornati inagibili.

La rabbia è tanta ma la voglia di reagire ancora di più. Con la mentalità che ci contraddistingue abbiamo deciso di non lanciare una mobilitazione già stasera e di dare precedenza alle assemblee cittadine che erano in programma. Ci siamo presi un giorno per ragionare con la volontà di non agire presi dalla collera iniziale, ma di usare la testa cercando di dare una risposta inclusiva, determinata e che coinvolga il quartiere e la gente che ha frequentato o seguito Mendel.

Non riusciremo mai a capire le logiche con cui decidono di sgomberare un luogo pieno di vita e socialità per rimetterlo in uno stato di abbandono. Forse perché un edificio in disuso è il solo vicino che può avere un altrettanto orrido cantiere di Expo lasciato marcire all'interno del parco.

La nostra risposta incomincia da domani sera. Alle 18.30 ci troveremo tutti assieme in Piazza Anita Garibaldi per riportare nelle strade di Baggio quello che è stato Soy Mendel in questi mesi.

Ci hanno tolto lo spazio ma esistiamo anche senza mura. Ci troviamo in Piazza.

Le compagne e i compagni di Soy Mendel


In Movimenti Tags milano, sgomberi, soy mendel, NoExpo, baggio, spazi sociali, Expo 2015
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Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco. Israele continua a bombardare e bloccare l’afflusso degli aiuti, mentre gran parte della popolazione di Gaza è costretta in metà del territorio della striscia. In Cisgiordania non va meglio, perché coloni ed esercito proseguono nella pulizia etnica e nella cacciata dei palestinesi dalle loro terre. Questa è la realtà sul campo, mentre qui da noi i complici hanno fatto calare il silenzio e destre e “riformisti” del Pd vogliono persino tappare la bocca ai chi denuncia i crimini di Israele, proponendo la messa fuorilegge della critica al sionismo. Per questo occorre tenere viva la mobilitazione. Tutto il resto sono chiacchiere #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
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Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si sbagliano, alla grande! Giù le mani dall’Askatasuna! #Aska #Askatasuna
PER PINO E LICIA PER NON DIMENTICARE PINELLI ASSASSINATO   La memoria è una cosa importante, serve per affrontare il presente e, soprattutto, il futuro. E non bisogna mai dimenticare Piazza Fontana e la morte poco accidentale di Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, accusato ingiustamente nel quadro dei depistaggi all’indomani della strage e fatto precipitare nella notte del 15 dicembre 1969 da una finestra del quarto piano della Questura di Milano. Nessuno avrebbe mai pagato per la sua morte o per le tante bugie e, alla fine, la spiegazione giudiziaria sarebbe stata un misterioso “malore attivo”. Morto Pinelli, il depistaggio continuò e il 16 dicembre fu arrestato un altro anarchico milanese, Pietro Valpreda, che rimase in carcere innocente per 3 anni. Solo molti anni più tardi una parte della verità storica sulla strage di Stato riuscì a farsi largo anche sul piano giudiziario, con l’individuazione dei responsabili della strage nei neofascisti di Ordine Nuovo. La famiglia Pinelli avrebbe dovuto aspettare 40 anni perché lo Stato, nella persona del Presidente della Repubblica Napolitano, riconoscesse la “verità storica” su Pinelli e sulla strage di piazza Fontana. Una verità storica che i movimenti avevano denunciato sin dai primi momenti e che anche oggi, in tempi di galoppante revisionismo governativo, potrà continuare a vivere soltanto attraverso la memoria e l’impegno collettivo. #pinelli #giuseppepinelli #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
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12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
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STRAGE FASCISTA E DI STATO 

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12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO 12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la morte di Giuseppe Pinelli e l’ingiusta persecuzione contro gli anarchici. Non si tratta di un esercizio rituale, ma della necessità di leggere il presente attraverso le continuità che lo attraversano. Ci troviamo alle 18.30 in piazza 24 Maggio a #Milano #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa

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