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il blog di Luciano Muhlbauer

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L'Europa sceglie la complicità con la repressione di Erdogan. Manifestiamo la nostra solidarietà con il popolo curdo - Newroz 2016 - 20 marzo, Corteo a Milano, h. 14 @SanBabila

March 8, 2016

Quanto sono lontani i tempi in cui in Europa si inneggiava all’eroica resistenza curda di Kobane. Oggi, invece, la devastazione della città curda di Cizre e le centinaia di civili massacrati hanno trovato soltanto distrazione e silenzi. Le immagini delle case bombardate di Kobane e di Cizre si assomigliano terribilmente, ma quello che cambia è che la seconda si trova sul lato turco del confine e che il responsabile  della violenza si chiama Recep Tayyip Erdogan, cioè il Presidente “amico”, a cui, in cambio del blocco di profughi e migranti con ogni mezzo, si offrono miliardi di euro, nuovi negoziati  con l’UE e tanto, tanto complice silenzio sulla micidiale repressione dei curdi e sulla progressiva eliminazione degli spazi di democrazia in tutto il paese. Siamo arrivati al punto che ormai non fanno più notizia nemmeno gli incessanti bombardamenti delle forze armate turche in territorio siriano, non contro l’Isis, beninteso, ma contro le postazioni dei curdi siriani in lotta contro l’Isis.

Cizre (Turchia), marzo 2016 (foto da Internazionale)

Cizre (Turchia), marzo 2016 (foto da Internazionale)

La vergognosa vicenda di Cizre, ahinoi, è soltanto la punta dell’iceberg, perché quello che sta accadendo in Turchia, paese chiave della regione, alleato Nato e, appunto, nuovo avamposto della fortezza europea, è in realtà qualcosa di più profondo e grave. Cioè, sotto la spinta di Erdogan e del suo partito, l’Akp, la Turchia sta scivolando sempre più velocemente verso un regime apertamente dittatoriale e, in questo quadro, i curdi, la loro resistenza e le loro organizzazioni sociali e politiche, da una parte, rappresentano un ostacolo oggettivo e, dall’altra, vengono utilizzati come spauracchio e vittime sacrificali.

Dai fatti di Gezi Park del 2013, quando il sistema di potere di Erdogan mostrò le prime vere crepe, è stato un processo inarrestabile di progressiva istituzionalizzazione del potere personale dell’uomo al comando in Turchia dall’ormai lontano 2003. Con le elezioni politiche del giugno dell’anno scorso, quando gli elettori negarono al presidente la maggioranza assoluta e premiarono il partito curdo, Hdp, con un il 13% dei consensi, arrivò poi l’accelerazione definitiva: rottura del dialogo con il Pkk, vaste operazioni militari nelle zone curde della Turchia e nel Kurdistan iracheno, bombe in mezzo a manifestazioni pacifiche curde, come a  Suruç e Ankara, omicidi politici, amministratori locali eletti dell’Hdp arrestati e parlamentari curdi indagati eccetera. Con le nuove elezioni politiche di novembre, tenutesi sotto il segno della strategia della tensione, Erdogan è riuscito ad imporre la maggioranza assoluta. E poi è arrivata Cizre e altri municipi curdi, come Sur, rischiano ora la stessa sorte.

Sur, Dyarbakir (Turchia), marzo 2016

Sur, Dyarbakir (Turchia), marzo 2016

In Turchia sempre meno persone possono raccontare quello che sta accadendo, perché chi dissente finisce indagato, licenziato o incarcerato. Per quanto riguarda i mezzi di informazione si passa ormai direttamente alla censura e al bavaglio imposto manu militari. L’Europa invece ha scelto di stare in silenzio, perché è più comodo così, perché chi se ne frega dei curdi e della democrazia, importante è impedire che quanti fuggono dal disordine e dalle guerre, innescate anche dalle politiche scellerate dei governi europei, possa mettere piede nei nostri paesi. È il definitivo crepuscolo morale di un’Europa che non ha più nulla di buono da dire al mondo.

Ma non ci sono solo i governi, i codardi e gli ipocriti, ci siamo anche noi. E noi possiamo scegliere se stare zitti o se parlare e schierarci. Ebbene, ora è necessario schierarci, a fianco dei curdi di Turchia e del Rojava (Kurdistan siriano) e contro la cappa di silenzio e complicità dell’Europa e dei suoi governi. Anche perché nel disordine mediorientale, che è poi anche il nostro disordine, non c’è solo l’alternativa tra stato islamico e stato d’eccezione, tra Al Baghdadi e Al Sisi, come in troppo vorrebbero farci credere. No, c’è anche l’opzione non settaria e includente che sta diventando realtà nel Rojava. Loro lo chiamano confederalismo democratico e, in ogni caso, è un opzione che dovrebbe interessarci molto, perché è l’unica che non rinuncia al futuro.

Pertanto, l’invito a tutti e tutte è di accogliere l’appello della comunità curda e di mobilitarci anche a Milano in occasione del Newroz, il capodanno curdo. Domenica 20 marzo ci sarà un corteo che partirà alle ore 14.00 da San Babila. Tutte le info e gli aggiornamenti le potete trovare sull’evento fb www.facebook.com/events/994577263941276/

Poi a partire dalle ore 16.00, in via Novara 342, ci sarà la festa tradizionale del Newroz insieme alle comunità curde di Milano e di altre città.

Di seguito trovate il testo che convoca il corteo e le primissime adesioni, che possono essere inviate all’indirizzo newrozmilano2016@gmail.com.

NEWROZ 2016: CORTEO DOMENICA 20 MARZO h 14.00 Piazza San Babila.
IL POPOLO CURDO LOTTA CONTRO IL SILENZIO MONDIALE

Le elezioni del 7 Giugno scorso avevano consegnato una situazione nuova, dopo gli ultimi 13 anni di potere incontrastato da parte del piccolo sultano Erdogan. Il suo partito (AKP) ed il primo ministro Ahmet Davutoglu hanno per la prima volta dovuto fare i conti con una grossa perdita di consenso, lascito dei risultati delle urne che, soprattutto grazie allo strabiliante risultato dell’HDP (oltre 6 milioni di voti), hanno scombussolato i piani politici di Erdogan: accentramento dei poteri nelle sue mani e riforma in chiave iper-presidenzialista del sistema politico. Nonostante anche prima del 7 Giugno gli attacchi contro HDP, i suoi membri ed i suoi elettori si erano contati a centinaia con l’apice raggiunto nell’attentato di Diyarbakir (che ha di fatto riaperto la “nuova stagione” dello stragi di piazza), è stato certamente a partire dal 20 Luglio (attentato di Suruc) che il livello di attacco e violenza nei confronti dell’opposizione politica e del “vecchio nemico” curdo, si è alzato vertiginosamente.

Il processo di costruzione dell’autogoverno in Kurdistan è entrato in una nuova fase ad Agosto, dopo la dichiarazione di autonomia da parte delle assemblee del popolo, a partire dal Sırnak e continuando con Yüksekova, Batman, Sur, Silvan, Cizre, Silopi e Nusaybin.

Basati sulla volontà di autonomia del popolo kurdo, mirano a far riconoscere il diritto costituzionalmente garantito di pari cittadinanza, a democratizzare i servizi pubblici, far ritirare le forze di sicurezza dello stato turco ponendo fine alla repressione della società, tra cui le violazioni dei diritti umani e la tirannia di funzionari statali nominati senza la volontà del popolo. Il governo ha criminalizzato queste richieste, stabilendo delle zone a protezione speciali in tutte le aree di autogoverno.

Nel quartiere di Sur (la città vecchia con i suoi sei chilometri di mura romane e bizantine è patrimonio mondiale dell’Unesco), a Diyarbakir dopo 9 giorni, alle 23.00 di giovedì, il coprifuoco era stato tolto per poi essere nuovamente proclamato alle 16.00 di venerdì.

Sembra che questo lasso di tempo sia servito per mettere in “sicurezza” banche ed istituzioni governative in vista di possibili nuove operazioni di rastrellamento, che in passato si sono trasformate in veri e propri scontri armati tra opposizione curda e i squadre speciali di Erdogan.

Nelle strade circolano carri armati e veicoli blindati con un dispiegamento di truppe che non si vedeva dai primi anni novanta; dall’altra parte, in molti quartieri sono state erette barricate dalla popolazione locale per impedire l’ingresso alle forze armate.

Nel coprifuoco in corso a Cizre per 68 giorni, 136 persone sono state uccise. Centinaia di persone sono rimaste ferite. I cittadini feriti da proiettili e da schegge non potevano essere portati in ospedale per giorni. Diverse sono state le richieste di ambulanze da parte di HDP che non sono state accolte. Ai cittadini feriti in questi attacchi, che avevano trovato rifugio nelle abitazioni e nei piani seminterrati degli edifici,non è stato permesso di essere portati all’ospedale. Diversi sono morti nei loro rifuggi.

Il Ministro dell’Interno Turco annuncia l’operazione del 8 Febbraio 2016 come un successo, segnato da centinaia di morti, bruciati vivi , violenza e limitazione di qualsiasi libertà di movimento nella città del sud-est della Turchia.

Tra loro anche Mehmet Tun, co-presidente dell’assemblea del popolo di Cizre.

Il Newroz è il giorno d’inizio della Primavera, capodanno del calendario curdo, data di festa per il popolo curdo, ma anche quella in cui si ricordano le forme di resistenza alla repressione e alle persecuzioni di quello stesso popolo.

Per adesioni: newrozmilano2016@gmail.com

Prime adesioni (aggiornate al 9 marzo, per ulteriori aggiornamenti vai sull’evento fb):
Comunità Curda Milanese
Rete Kurdistan
FIOM Milano
ARCI Milano
Csoa Lambretta
Casc Lambrate
Rojava Resiste
SOS Fornace Rho
Cs Cantiere
Ponte della Ghisolfa
ZAM Zona Autonoma Milano
Dillinger Project
L.U.Me
Milanoinmovimento
Leoncavallo SpazioPubblicoAutogestito
C.S.A. Paci Paciana Bergamo
KAP Kascina Autogestita Popolare Bergamo
Memoria Antifascista
Ambrosia Milano
Associazione Azad
Verso il Kurdistan Onlus
SI Cobas
Coordinamento Nord Sud del mondo, Milano
Ri-Make
ARCI Area
La Redazione di Lotta Continua
Rifondazione Comunista Milano
Federazione Anarchica Milanese
CUB Confederazione Unitaria di Base

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Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco.  Israele continua a bombardare e bloccare l&
Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco. Israele continua a bombardare e bloccare l’afflusso degli aiuti, mentre gran parte della popolazione di Gaza è costretta in metà del territorio della striscia. In Cisgiordania non va meglio, perché coloni ed esercito proseguono nella pulizia etnica e nella cacciata dei palestinesi dalle loro terre. Questa è la realtà sul campo, mentre qui da noi i complici hanno fatto calare il silenzio e destre e “riformisti” del Pd vogliono persino tappare la bocca ai chi denuncia i crimini di Israele, proponendo la messa fuorilegge della critica al sionismo. Per questo occorre tenere viva la mobilitazione. Tutto il resto sono chiacchiere #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si sbagliano, alla grande! Giù le mani dall’Askatasuna! #Aska #Askatasuna
PER PINO E LICIA PER NON DIMENTICARE PINELLI ASSASSINATO   La memoria è una cosa importante, serve per affrontare il presente e, soprattutto, il futuro. E non bisogna mai dimenticare Piazza Fontana e la morte poco accidentale di Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, accusato ingiustamente nel quadro dei depistaggi all’indomani della strage e fatto precipitare nella notte del 15 dicembre 1969 da una finestra del quarto piano della Questura di Milano. Nessuno avrebbe mai pagato per la sua morte o per le tante bugie e, alla fine, la spiegazione giudiziaria sarebbe stata un misterioso “malore attivo”. Morto Pinelli, il depistaggio continuò e il 16 dicembre fu arrestato un altro anarchico milanese, Pietro Valpreda, che rimase in carcere innocente per 3 anni. Solo molti anni più tardi una parte della verità storica sulla strage di Stato riuscì a farsi largo anche sul piano giudiziario, con l’individuazione dei responsabili della strage nei neofascisti di Ordine Nuovo. La famiglia Pinelli avrebbe dovuto aspettare 40 anni perché lo Stato, nella persona del Presidente della Repubblica Napolitano, riconoscesse la “verità storica” su Pinelli e sulla strage di piazza Fontana. Una verità storica che i movimenti avevano denunciato sin dai primi momenti e che anche oggi, in tempi di galoppante revisionismo governativo, potrà continuare a vivere soltanto attraverso la memoria e l’impegno collettivo. #pinelli #giuseppepinelli #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni p
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA 
STRAGE FASCISTA E DI STATO 

12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente
A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la mor
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO 12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la morte di Giuseppe Pinelli e l’ingiusta persecuzione contro gli anarchici. Non si tratta di un esercizio rituale, ma della necessità di leggere il presente attraverso le continuità che lo attraversano. Ci troviamo alle 18.30 in piazza 24 Maggio a #Milano #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa

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