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il blog di Luciano Muhlbauer

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La Lega gioca alla guerra: approvata legge regionale per impedire l'apertura di moschee in Lombardia

January 28, 2015

La Lombardia di Maroni ha partorito un altro mostro. E così, dopo il convegno omofobo con tanto di un prete pedofilo, ora è il turno dell’islamofobia, altro cavallo di battaglia della Lega, di Salvini e di tutte le destre radicali d’Europa. È successo ieri sera in Consiglio regionale, dove la maggioranza Lega-Fi-Ncd-Fdi ha approvato la cosiddetta “legge antimoschee”.

Hanno votato la legge nonostante sapessero benissimo che molte sue parti saranno con ogni probabilità dichiarate incostituzionali alla prima occasione. L’aveva ricordato anche l’ufficio legislativo del Consiglio regionale soltanto una settimana fa che una legge regionale sull’urbanistica non può pretendere di limitare l’esercizio di una libertà costituzionalmente garantita come quella di culto.

Già, perché con il sotterfugio di una modifica della vigente Legge per il governo del territorio (l.r. n 12/2005), denominata “principi per la pianificazione delle attrezzature per i servizi religiosi”, è stata introdotta una quantità tale di ostacoli e restrizioni da rendere praticamente impossibile aprire una moschea in Lombardia. E lo si fa ricorrendo a qualsiasi mezzo, anche quelli estranei alla competenza legislativa della Regione e alla materia urbanistica, come per esempio l’obbligo di un previo parere positivo da parte di una "Consulta regionale" o la valutazione di "possibili profili di sicurezza pubblica”. Poi ci sono tante altre trappole come la "congruità" con le "caratteristiche generali e peculiari del paesaggio lombardo", la Vas o la possibilità per i Comuni di indire referendum.

Comunque, non è la prima volta che le destre in Regione si disinteressano completamente della decenza istituzionale e del quadro costituzionale, anzi, sono recidivi. Per esempio, un emendamento alla legge n. 12, sempre con intenti anti-islam, era stato utilizzato già nel lontano 2006, sempre su iniziativa della Lega, allora per introdurre l’incredibile principio che nel solo caso di mutamenti di destinazione d’uso di un immobile tesi alla creazione di un luogo di culto bisognava chiedere al sindaco il “permesso di costruire” anche in assenza di opere edilizie. Un altro caso, ben più clamoroso, era la legge regionale sui phone center, dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale nel 2008, ma che nei due anni di vigenza aveva causato la rovina economica di centinaia di legittimi esercizi commerciali, gestiti in larga parte da migranti.

E rieccoci dunque alla “legge antimoschee”. Anche in questo caso l’obiettivo sembra essere produrre conflitti oggi e qui e chi se ne frega se domani o dopo la legge verrà trasformata in carta straccia dalla Corte Costituzionale. E uno degli bersagli dell’operazione è senz’altro il Comune di Milano, cioè il suo bando per assegnare aree pubbliche dove costruire luoghi di culto. Infatti, cosa c’è di meglio di una bella campagna contro le moschee in vista delle elezioni comunali del 2016?

Talmente importante sembra essere per la Lega l'islamofobia che non si sono fermati nemmeno di fronte al fatto che la legge regionale mette in difficoltà tutte le confessioni religiose. Infatti, le nuove regole, dalla videosorveglianza collegata alla Questura fino all'obbligo di costruire parcheggi nella misura di almeno il 200% della superficie del luogo di culto, valgono per tutti i nuovi edifici di culto, compresi le chiese evangeliche, i templi buddhisti e le sinagoghe, nonché le strutture cattoliche (però più tutelate grazie al Concordato). E per quanti non hanno stipulato un’intesa con lo Stato, come l'Islam, ci sono altri adempimenti ancora. Insomma, questa legge rende praticamente impossibile l'apertura in maniera legale di una moschea in Lombardia.

E giusto per chiarire il concetto, la Lega in sede di dichiarazione di voto ha sottolineato che la presenza di islamici da queste parti "non è indispensabile" e se non gli sta bene allora "tornate a casa".

Dopo Parigi molti in Europa si chiedono come andare avanti, come costruire inclusione, convivenza e rispetto reciproco. Altri invece, come i governanti della Lombardia, si chiedono soltanto come alimentare il conflitto e coltivare l'odio, per poterne trarre profitto politico per se stessi a prescindere dalle conseguenze per la cittadinanza. Sono pericolosi e meritano tutto il nostro disprezzo e la nostra opposizione.

In Diritti Tags legge antimoschee, maroni, legge 12, islamofobia, regione lombardia
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Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco. Israele continua a bombardare e bloccare l’afflusso degli aiuti, mentre gran parte della popolazione di Gaza è costretta in metà del territorio della striscia. In Cisgiordania non va meglio, perché coloni ed esercito proseguono nella pulizia etnica e nella cacciata dei palestinesi dalle loro terre. Questa è la realtà sul campo, mentre qui da noi i complici hanno fatto calare il silenzio e destre e “riformisti” del Pd vogliono persino tappare la bocca ai chi denuncia i crimini di Israele, proponendo la messa fuorilegge della critica al sionismo. Per questo occorre tenere viva la mobilitazione. Tutto il resto sono chiacchiere #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si sbagliano, alla grande! Giù le mani dall’Askatasuna! #Aska #Askatasuna
PER PINO E LICIA PER NON DIMENTICARE PINELLI ASSASSINATO   La memoria è una cosa importante, serve per affrontare il presente e, soprattutto, il futuro. E non bisogna mai dimenticare Piazza Fontana e la morte poco accidentale di Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, accusato ingiustamente nel quadro dei depistaggi all’indomani della strage e fatto precipitare nella notte del 15 dicembre 1969 da una finestra del quarto piano della Questura di Milano. Nessuno avrebbe mai pagato per la sua morte o per le tante bugie e, alla fine, la spiegazione giudiziaria sarebbe stata un misterioso “malore attivo”. Morto Pinelli, il depistaggio continuò e il 16 dicembre fu arrestato un altro anarchico milanese, Pietro Valpreda, che rimase in carcere innocente per 3 anni. Solo molti anni più tardi una parte della verità storica sulla strage di Stato riuscì a farsi largo anche sul piano giudiziario, con l’individuazione dei responsabili della strage nei neofascisti di Ordine Nuovo. La famiglia Pinelli avrebbe dovuto aspettare 40 anni perché lo Stato, nella persona del Presidente della Repubblica Napolitano, riconoscesse la “verità storica” su Pinelli e sulla strage di piazza Fontana. Una verità storica che i movimenti avevano denunciato sin dai primi momenti e che anche oggi, in tempi di galoppante revisionismo governativo, potrà continuare a vivere soltanto attraverso la memoria e l’impegno collettivo. #pinelli #giuseppepinelli #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni p
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA 
STRAGE FASCISTA E DI STATO 

12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente
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12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO 12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la morte di Giuseppe Pinelli e l’ingiusta persecuzione contro gli anarchici. Non si tratta di un esercizio rituale, ma della necessità di leggere il presente attraverso le continuità che lo attraversano. Ci troviamo alle 18.30 in piazza 24 Maggio a #Milano #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa

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