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il blog di Luciano Muhlbauer

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Non si può tenere il piede in due scarpe. A proposito di 20 maggio #NessunaPersonaÈIllegale

May 9, 2017

Milano come Barcellona? Il 20 maggio come il 18 febbraio, quando nella capitale catalana erano scese in piazza oltre 150mila persone, dicendo al governo spagnolo e all’Unione Europea “basta scuse, accoglienza subito” e ”apriamo le frontiere”? Una bella suggestione, senza ombra di dubbio, ma se non vogliamo prenderci per i fondelli dobbiamo anche dirci che ad oggi le cose non stanno così e che, anzi, le reticenze dell’appello “ufficiale”, Insieme senza muri, stanno definendo uno scenario dove ambiguità e ipocrisie trovano ampio spazio. E questo, francamente, non è ammissibile di fronte a questioni come le migrazioni, il flusso di profughi e le pulsioni razziste, che stanno segnando e disegnando la nostra epoca.

Beninteso, anche per sgomberare subito il terreno da futili polemiche, il problema non è che qui, a differenza di Barcellona, la manifestazione sia stata lanciata dai livelli istituzionali, cioè da un Assessore e poi dallo stesso Sindaco. No, il punto è che non si può tenere il piede in due scarpe, cioè, tanto per dirne una, non si può scrivere nell’appello che bisogna superare la Bossi-Fini, ma poi dedicare nemmeno mezza parola alla legge Minniti-Orlando, che ne è la continuazione sul piano politico, culturale e operativo.

Oggi gli scenari politici e culturali, nel nostro paese e in Europa, sono in rapida evoluzione. Vecchi schemi considerati eterni saltano, nuovi schemi fanno la loro comparsa. E nel bel mezzo di una sempre più rumorosa “litigiosità” politica, dove sembra impossibile accordarsi persino sulle cose banali, ecco che succede che i principali tre poli della politica italiana realizzano una sostanziale convergenza sul discorso securitario, in materia sociale e di immigrazione. Sul mercato dei voti a breve termine non paga dire come stanno le cose, provare a parlare delle disuguaglianze sempre più spinte o delle guerre e delle dittature, in buona parte alimentate dalla politica dei governi occidentali di questi ultimi decenni. No, molto più facile indicare nel migrante, nel profugo, nel “clandestino” la fonte di ogni male e di ogni problema.

Certo, ognuno ha le sue modalità e non tutto è uguale a tutto. Ci sono i fascisti e Salvini, autentici imprenditori dell’odio, e ci sono i 5 Stelle, spinti più che altro da un opportunismo senza principi in vista delle elezioni politiche. E poi c’è il Pd di Renzi, al governo del paese, che ha deciso anche lui di “non lasciare alla destra” il tema dell’immigrazione e della sicurezza e quindi vai con i pacchetti sicurezza 4.0 (anche se sono uguali a quelli 1.0 di Maroni Ministro) e con gli ignobili rastrellamenti in stazione ad uso e consumo delle telecamere. Appunto, non tutto è uguale a tutto, ma rimane il fatto che l’intero quadro politico si è spostato a destra, realizzando un inquietante convergenza di fondo. È un dato oggettivo, ma anche il frutto di scelte soggettive.

A Barcellona avevano trovato il modo di sottrarsi alle ambiguità e alle contraddizioni. Altri erano i promotori e altro il quadro politico cittadino, dove c’è l’esperienza di Barcelona en Comú e di Ada Colau. Qui, invece, i promotori della manifestazione che afferma di voler –giustamente- abbattere i muri stanno nello stesso partito di Renzi e Minniti, che di muri invece ne alza. Sta qui la contraddizione e la fonte delle ambiguità e delle reticenze.

E quindi, qui a Milano che si fa? Il dibattito è esploso giorni fa sui social, in particolare dopo il rastrellamento alla stazione. Ci sono non poche persone che dicevano che no, a questo punto non si può stare nella stessa piazza, come se niente fosse, insieme al Pd. Quindi, meglio stare a casa, non confondersi. È una posizione che capisco, ma che non condivido, perché penso che sottrarsi e passare la giornata a guardare la tv finisca per darla vinta esattamente a chi pensa di potersi lavare la coscienza in piazza tra un decreto e un rastrellamento.

E poi, penso anche che quella piazza non abbia un proprietario, ma che appartenga a tutti quelli e tutte quelle che partecipano, che vogliono metterci la faccia a favore di un’accoglienza dignitosa e contro le schifezze di Salvini, ma anche contro il decreto Minniti-Orlando. E sono convinto che probabilmente la grande maggioranza degli uomini e delle donne che scenderanno in piazza, al di là delle loro collocazioni o non collocazioni politiche, non sono d’accordo con la rincorsa delle destre a suon di decreti e rastrellamenti. Ma se questo è vero, allora bisogna far sì che non rimanga un fatto privato, ma che acquisisca dimensione e dignità pubblica, che sia visibile, anzi, che sia il messaggio maggioritario il 20 maggio.

Una serie di realtà associative, sociali e politiche, molti dei quali impegnati da tempo sul terreno dell’accoglienza e dell’antirazzismo, hanno costruito una piattaforma autonoma per il 20 maggio e oltre il 20 maggio. Si chiama Nessuna persona è illegale, è articolata e aperta. Leggetela e se vi convince mandate un’adesione a nessunapersonaeillegale@gmail.com.

Insomma, se il 20 maggio a Milano tante persone, con la loro presenza, i loro corpi e le loro parole, diranno sì all’accoglienza e alle frontiere aperte per chi fugge da guerre, dittature e miseria, allora sarà un buon giorno. Ma se, invece, sarà una giornata ambigua, dove potranno comodamente stare insieme quelli che plaudono ai decreti e ai rastrellamenti e quelli che invece ne sono inorriditi, allora non sarà solo un’occasione persa, ma anche qualcosa di peggio. Ecco perché vi propongo di starci in piazza, ma parlando chiaro e con la piattaforma Nessuna persona è illegale, che è a disposizione di tutti e tutte.
 

(questo intervento, in versione ridotta, è stato pubblicato l'11 maggio da il Manifesto con il titolo Non si può tenere il piede in due scarpe)

Barcellona, 18 febbraio 2017

Barcellona, 18 febbraio 2017

Il sito di Nessuna persona è illegale

La pagina fb della piattaforma Nessuna persona è illegale

Le iniziative di avvicinamento al 20 già programmate: martedì 9 maggio, ore 18, assemblea cittadina pubblico in piazza della Scala e martedì 16, dalle ore 16 alle 22, alla stazione Centrale, Milano città aperta, musica e sport contro il razzismo.

In Politica Tags 20 maggio, Nessuna persona è illegale, No One is Illegal, milano, antirazzismo, migranti, profughi
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Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco.  Israele continua a bombardare e bloccare l&
Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco. Israele continua a bombardare e bloccare l’afflusso degli aiuti, mentre gran parte della popolazione di Gaza è costretta in metà del territorio della striscia. In Cisgiordania non va meglio, perché coloni ed esercito proseguono nella pulizia etnica e nella cacciata dei palestinesi dalle loro terre. Questa è la realtà sul campo, mentre qui da noi i complici hanno fatto calare il silenzio e destre e “riformisti” del Pd vogliono persino tappare la bocca ai chi denuncia i crimini di Israele, proponendo la messa fuorilegge della critica al sionismo. Per questo occorre tenere viva la mobilitazione. Tutto il resto sono chiacchiere #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si sbagliano, alla grande! Giù le mani dall’Askatasuna! #Aska #Askatasuna
PER PINO E LICIA PER NON DIMENTICARE PINELLI ASSASSINATO   La memoria è una cosa importante, serve per affrontare il presente e, soprattutto, il futuro. E non bisogna mai dimenticare Piazza Fontana e la morte poco accidentale di Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, accusato ingiustamente nel quadro dei depistaggi all’indomani della strage e fatto precipitare nella notte del 15 dicembre 1969 da una finestra del quarto piano della Questura di Milano. Nessuno avrebbe mai pagato per la sua morte o per le tante bugie e, alla fine, la spiegazione giudiziaria sarebbe stata un misterioso “malore attivo”. Morto Pinelli, il depistaggio continuò e il 16 dicembre fu arrestato un altro anarchico milanese, Pietro Valpreda, che rimase in carcere innocente per 3 anni. Solo molti anni più tardi una parte della verità storica sulla strage di Stato riuscì a farsi largo anche sul piano giudiziario, con l’individuazione dei responsabili della strage nei neofascisti di Ordine Nuovo. La famiglia Pinelli avrebbe dovuto aspettare 40 anni perché lo Stato, nella persona del Presidente della Repubblica Napolitano, riconoscesse la “verità storica” su Pinelli e sulla strage di piazza Fontana. Una verità storica che i movimenti avevano denunciato sin dai primi momenti e che anche oggi, in tempi di galoppante revisionismo governativo, potrà continuare a vivere soltanto attraverso la memoria e l’impegno collettivo. #pinelli #giuseppepinelli #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni p
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA 
STRAGE FASCISTA E DI STATO 

12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente
A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la mor
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO 12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la morte di Giuseppe Pinelli e l’ingiusta persecuzione contro gli anarchici. Non si tratta di un esercizio rituale, ma della necessità di leggere il presente attraverso le continuità che lo attraversano. Ci troviamo alle 18.30 in piazza 24 Maggio a #Milano #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa

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