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il blog di Luciano Muhlbauer

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Cpr Corelli - Cambiano i governi e le parole, ma restano i lager di Stato

October 1, 2020

E così, a Milano ha riaperto il centro di detenzione amministrativa per migranti di via Corelli, come aveva voluto l’allora Ministro Salvini e come il Sindaco Sala aveva allora contestato. A realizzare l’obiettivo del capo leghista ci ha pensato il Ministro Lamorgese, espressione del governo Pd-M5S-Leu-Italia Viva, e il Sindaco Sala ora dichiara “io non voglio contestare la decisione del governo”. Peraltro, giusto per essere precisi, va ricordato che Salvini e il governo Lega-M5S si erano limitati a individuare la location di Milano e a raddoppiare il tempo massimo di detenzione dei migranti (da 3 a 6 mesi), ma la riapertura in Italia delle carceri amministrative, ora chiamate Cpr, fu decisa nel 2017 dal governo Gentiloni, a guida Pd, con il famoso decreto Minniti-Orlando.

Che confusione! direte voi, considerato che il tema migratorio è al centro dello scontro progressisti-sovranisti e che viene evocato come questione di civiltà. Ma la confusione è solo apparente, perché quello che è cambiato con il passaggio dal Conte I al Conte II sono sicuramente i toni, ma non la sostanza. Infatti, la vicenda dei Cpr fa il paio con gli accordi con la Libia, rimasti tali e quali da Minniti a Salvini e a Lamorgese, e con l’estrema modestia delle modifiche (annunciate) ai decreti sicurezza del governo Conte I.

Ma il continuismo e le ambiguità sul tema migratorio non sono certo una novità degli ultimi anni. Infatti, tanto per capirci, i centri di detenzione amministrativa sono stati istituiti in Italia nel 1998 dal centrosinistra. Erano i tempi del Governo Prodi e lo strumento fu la legge Turco-Napolitano. Allora si chiamavano Cpt e quello di via Corelli fu tra i primi ad aprire. Poi arrivarono i governi Berlusconi e fu varata la legge Bossi-Fini, che cambiò il nome in Cie e rese il regime detentivo più pesante.

Beninteso, i toni sono importanti e a Milano lo sappiamo più che bene, perché abbiamo vissuto sulla nostra pelle la differenza tra il clima instaurato dalle amministrazioni di destra, compreso il coprifuoco, e le successive amministrazioni di centrosinistra. Sì, i toni sono importanti, ma non bastano se non seguono anche dei fatti. Anzi, in assenza totale di fatti di qualche rilevanza, finiscono per trasformarsi in un’irritante ipocrisia.

È la medesima ipocrisia che attraversa tutta la storia dei Cpt-Cie-Cpr, in tutti i suoi aspetti, da sempre. Chi finisce rinchiuso in quelle strutture non ha nemmeno la dignità di essere chiamato “detenuto”, ma viene definito per legge “ospite”. E il motivo è molto banale: la nostra Costituzione stabilisce all’art. 13 che “la libertà personale è inviolabile” e che una persona può essere privata della libertà soltanto con un “atto motivato dell’autorità giudiziaria”. Ebbene, i migranti che finiscono in questi centri non vedono mai un Pm, un avviso di garanzia, un processo o un giudice, ma soltanto un provvedimento amministrativo del Questore, che successivamente viene convalidato da un giudice di pace, cioè da quella figura onoraria che per il resto del mondo si occupa al massimo di multe. E potremmo andare avanti ancora per molto.

La riapertura di via Corelli è avvenuta in mezzo a un impressionante silenzio pubblico, rotto soltanto grazie alle prime azioni delle realtà e delle persone della rete No Cpr, che già ieri hanno presidiato per ore il Cpr.

Venerdì 2 ottobre, alle ore 18.30 ci sarà poi un’altra mobilitazione contro il Cpr, davanti alla Prefettura. Cerchiamo di esserci!

Infine, un’ultima considerazione. Se la riapertura del carcere amministrativo di via Corelli è inaccettabile e irricevibile, allora è bene che ci mettiamo tutt* in testa che la mobilitazione non potrà cessare fino alla chiusura di quel buco nero dello stato di diritto e che nessun* si potrà sottrarre alla responsabilità di prendere posizione e agire di conseguenza.

Presidio Prefettura 2 ottobre.jpg
In Politica Tags cpr, No Cpr, Milano, via corelli, lager, migranti, movimenti, presidio 2 ottobre
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Anche oggi, come sempre, a #Milano con la #Palestina e la sua #resistenza contro il genocidio e l’occupazione coloniale

#Gaza
#StopGenocide 
#EndOccupation 
#FreePalestine
Anche oggi, come sempre, a #Milano con la #Palestina e la sua #resistenza contro il genocidio e l’occupazione coloniale #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine
Il @milanopride pieno di gente, con netta prevalenza di giovani e giovanissim3. Ormai è diventata una sua caratteristica. Forse ci si poteva aspettare più politica, visto il momento di reazione globale. Certo nella piattaforma c’e
Il @milanopride pieno di gente, con netta prevalenza di giovani e giovanissim3. Ormai è diventata una sua caratteristica. Forse ci si poteva aspettare più politica, visto il momento di reazione globale. Certo nella piattaforma c’era, compresa la denuncia del genocidio palestinese, e anche sui carri politici e sociali, ma tra le persone sembra essere prevalsa la voglia di mostrare se stessi, di dire eccomi e non me ne vado. #MilanoPride #ResistenzaArcobaleno #NoPrideInGenocide
Al Consolato Usa di #Milano contro le guerre di Usa e Israele e il genocidio a #Gaza. Rompere ogni complicità 
#StopWar #StopGenocide #FreePalestine
Al Consolato Usa di #Milano contro le guerre di Usa e Israele e il genocidio a #Gaza. Rompere ogni complicità #StopWar #StopGenocide #FreePalestine
Siamo gente seria
Stiamo con la Palestina 
#stopgenocide #freepalestine
Siamo gente seria Stiamo con la Palestina #stopgenocide #freepalestine
SCIOPERO GENERALE PER GAZA E CONTRO L’ECONOMIA DI GUERRA
Una presa di parola da parte di lavoratori e lavoratrici contro il genocidio a Gaza, per salari dignitosi e contro l’economia di guerra che ci vogliono imporre. Il sindacalismo di b
SCIOPERO GENERALE PER GAZA E CONTRO L’ECONOMIA DI GUERRA Una presa di parola da parte di lavoratori e lavoratrici contro il genocidio a Gaza, per salari dignitosi e contro l’economia di guerra che ci vogliono imporre. Il sindacalismo di base oggi si è assunto la responsabilità di indire questo sciopero che ci voleva. Altri e più forti dovranno seguire se vogliamo fermare i complici di Israele e i signori del riarmo. Nelle foto il corteo di #Milano #scioperogenerale #noriarmo #stopwar #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #resistenza #FreePalestine
Venerdì 20 giugno c’è lo sciopero generale indetto dalle organizzazioni del sindacalismo di base. Uno sciopero diverso da altri, perché mette al primo posto la cessazione del genocidio in corso a Gaza per mano di Israele e
Venerdì 20 giugno c’è lo sciopero generale indetto dalle organizzazioni del sindacalismo di base. Uno sciopero diverso da altri, perché mette al primo posto la cessazione del genocidio in corso a Gaza per mano di Israele e la solidarietà con il popolo palestinese. Uno sciopero contro la guerra e per l’immediato cessate il fuoco su tutti i fronti, da Gaza all’Iran all’Ucraina. Uno sciopero contro il riarmo e l’economia di guerra, per più salari e sicurezza sul lavoro. Uno sciopero da fare, assolutamente, perché è la cosa giusta da fare. 👉 a #Milano ci troviamo alle h. 9.30 in Santo Stefano per il corteo #stopwar #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #resistenza #FreePalestine

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