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il blog di Luciano Muhlbauer

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Il nostro futuro cinese – recensione del libro Red Mirror di Simone Pieranni

May 28, 2020

C’erano una volta Mao e la Rivoluzione culturale e dalle nostre parti poteva capitare di leggere la scritta la Cina è vicina. Era mezzo secolo fa e la Cina, in realtà, era lontanissima, ma da allora molta acqua è passata sotto i ponti, vecchi muri sono crollati e nuovi muri sono stati innalzati, il capitalismo si è fatto più pervasivo che mai, il mondo è cambiato e anche la Cina cambiata, parecchio. E così, oggi la Cina è davvero vicina, anche senza tirare in ballo il virus partito da Wuhan per sconvolgere il mondo intero.

“Il nostro futuro si scrive in Cina” è, infatti, il sottotitolo perentorio scelto per Red Mirror, il libro di recentissima pubblicazione di Simone Pieranni, giornalista de il Manifesto e fondatore di China Files. Un libro che ci è piaciuto e che consigliamo di leggere, perché mette i piedi nel piatto di un tema su cui i nostri dibattiti registrano spesso un certo ritardo. Peraltro, si legge bene, è tascabile e il prezzo è assolutamente accessibile (14 euro per il cartaceo e 9,99 euro per l’ebook).

Red Mirror non è un libro sul Covid-19, ma sulla Cina, così com’è oggi, lontana dai vecchi stereotipi che tuttora imperversano e sempre più lontana anche dalla fabbrica del mondo. La Cina corre veloce e basta guardare alla storia recente di una delle città simbolo della Cina post-maoista, Shenzhen, per cogliere il carattere impetuoso dello sviluppo cinese. Mezzo secolo fa era ancora poco più di un villaggio di pescatori, poi Deng Xiaoping decise di installarvi una “zona economica speciale” e nel giro di un ventennio la città divenne uno dei principali centri manifatturieri mondiali. Alla fine del secolo scorso arrivarono le aziende tecnologiche e “oggi è considerata la Silicon Valley cinese”.

La Cina corre, in pochi decenni ha visto la fuoriuscita di centinaia di milioni di persone dalla povertà. Oggi investe miliardi su miliardi nella Belt & Road Initiative (la “nuova via della seta”) sul piano internazionale e in innovazione, istruzione e ricerca al proprio interno ed è protagonista con gli Usa di un “nuovo bipolarismo” e di una “sfida tecnologica globale”.

Ecco, quindi, la prima e semplice ragione perché questo libro va letto: per sintonizzarsi con la Cina così com’è.

Ma di che Cina si tratta, cosa ci dice e cosa comporta per noi? In fondo, il tema vero del libro di Pieranni ci pare sia proprio questo. Ed è anche la seconda ragione perché va letto.

Appunto, Mao è lontano anni luce e le riforme avviate a partire dalla fine degli anni ’70 “hanno finito infatti per creare meccanismi neoliberisti, ma ‘controllati’ dallo Stato”. In altre parole, oggi in Cina c’è un’economia capitalista molto competitiva, ma con “caratteristiche cinesi”, cioè con uno Stato onnipresente a garanzia della stabilità sociale. E, nel concreto, questo significa manodopera ipersfruttata, sia nella manifattura che nell’hi-tech, e controllo sociale rigidissimo.

Un modello che, ovviamente, non dispiace affatto alle aziende occidentali, che secondo l’autore potrebbero ripetere quanto già accaduto in passato, negli anni della fabbrica del mondo, “quando anziché portare i diritti del lavoro in Cina, le multinazionali hanno deciso di approfittare dei bassi salari e dei pochi diritti dei lavoratori cinesi per aumentare i propri profitti. Hanno così operato un dumping globale.” Pieranni chiama questo processo “sinizzazione del mondo del lavoro”

Buona parte del libro è poi dedicata alla questione del controllo sociale per mezzo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, che nella Cina di Xi Jinping non è un semplice progetto, ma una cosa molto concreta e reale. Si va dal caso estremo e inquietante dello Xinjiang fino ai sistemi di credito sociale in sperimentazione in diverse città e settori, dai progetti di smart city alle applicazioni avanzate del riconoscimento facciale, dall’app onnivora WeChat alla Great Firewall. Tutte cose che interessano fortemente anche da altre parti, Usa e Europa compresi, in termini di business, di capacità di raccolta di dati e di controllo sociale.

La Cina odierna suscita reazioni e sensazioni contrastanti, anche dalla parte dei movimenti e degli ambienti di sinistra in generale. C’è chi subisce il suo fascino, che a volte è semplicemente il fascino dello Stato verticistico e centralista che riesce a mostrarsi efficiente nei momenti di crisi e caos, c’è chi non si fa troppe illusioni, ma se deve proprio scegliere preferisce la Cina agli Usa, e c’è chi è semplicemente spaventato di fronte all’ingegneria sociale cinese.

La Cina è tutto questo e anche molto altro, ma quello che qui importa e che non possiamo far finta di non vedere, è che quanto accade in Cina ci riguarda e ci coinvolge, che ci piaccia o no. Basti, peraltro, pensare a temi come 5G, intelligenza artificiale e big data, terreno di scontro reale, presente e futuro, tra Usa e Cina.

E il Covid-19? Cambierà qualcosa? Nessuno ha la sfera di cristallo e il fatto che Trump abbia alzato notevolmente il tiro nello scontro con la Cina, aggiungendo alla contesa strategica obiettivi di tipo elettorale, potrebbe anche provocare scenari non prevedibili e difficilmente governabili. Ma per il resto ci pare che l’emergenza abbia piuttosto agito da acceleratore di alcune dinamiche già in atto.

Non a caso, Pieranni, dopo aver ricordato il ruolo di una serie di tecnologie (app di tracciamento degli spostamenti, controllo dei contatti, nuovi sistemi di misurazione della temperatura, riconoscimento facciale, assistenti vocali, e-learning ecc.) durante l’emergenza sanitaria, conclude così Red Mirror: “Al di là dell’attuale situazione di emergenza, tutto questo in Cina è già realtà”.


Recensione scritta per Milano in Movimento


In Internazionale Tags pieranni, red mirror, cina, covid-19, controllo sociale, credito sociale, big data, deng, Xi Jinping
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Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco.  Israele continua a bombardare e bloccare l&
Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco. Israele continua a bombardare e bloccare l’afflusso degli aiuti, mentre gran parte della popolazione di Gaza è costretta in metà del territorio della striscia. In Cisgiordania non va meglio, perché coloni ed esercito proseguono nella pulizia etnica e nella cacciata dei palestinesi dalle loro terre. Questa è la realtà sul campo, mentre qui da noi i complici hanno fatto calare il silenzio e destre e “riformisti” del Pd vogliono persino tappare la bocca ai chi denuncia i crimini di Israele, proponendo la messa fuorilegge della critica al sionismo. Per questo occorre tenere viva la mobilitazione. Tutto il resto sono chiacchiere #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si sbagliano, alla grande! Giù le mani dall’Askatasuna! #Aska #Askatasuna
PER PINO E LICIA PER NON DIMENTICARE PINELLI ASSASSINATO   La memoria è una cosa importante, serve per affrontare il presente e, soprattutto, il futuro. E non bisogna mai dimenticare Piazza Fontana e la morte poco accidentale di Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, accusato ingiustamente nel quadro dei depistaggi all’indomani della strage e fatto precipitare nella notte del 15 dicembre 1969 da una finestra del quarto piano della Questura di Milano. Nessuno avrebbe mai pagato per la sua morte o per le tante bugie e, alla fine, la spiegazione giudiziaria sarebbe stata un misterioso “malore attivo”. Morto Pinelli, il depistaggio continuò e il 16 dicembre fu arrestato un altro anarchico milanese, Pietro Valpreda, che rimase in carcere innocente per 3 anni. Solo molti anni più tardi una parte della verità storica sulla strage di Stato riuscì a farsi largo anche sul piano giudiziario, con l’individuazione dei responsabili della strage nei neofascisti di Ordine Nuovo. La famiglia Pinelli avrebbe dovuto aspettare 40 anni perché lo Stato, nella persona del Presidente della Repubblica Napolitano, riconoscesse la “verità storica” su Pinelli e sulla strage di piazza Fontana. Una verità storica che i movimenti avevano denunciato sin dai primi momenti e che anche oggi, in tempi di galoppante revisionismo governativo, potrà continuare a vivere soltanto attraverso la memoria e l’impegno collettivo. #pinelli #giuseppepinelli #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni p
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA 
STRAGE FASCISTA E DI STATO 

12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente
A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la mor
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO 12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la morte di Giuseppe Pinelli e l’ingiusta persecuzione contro gli anarchici. Non si tratta di un esercizio rituale, ma della necessità di leggere il presente attraverso le continuità che lo attraversano. Ci troviamo alle 18.30 in piazza 24 Maggio a #Milano #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa

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