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il blog di Luciano Muhlbauer

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Riprendere gli spazi pubblici, non abbandonarli alle destre

June 4, 2020

Sabato 6 giugno a Milano si scende in piazza per dire che “noi la vostra crisi non la paghiamo”. L’appuntamento è alle h. 16 in via Larga ang. via Pantano. L’appello a mobilitarsi è stato lanciato dai sindacati di base Si Cobas, ADL Cobas - Lombardia e Sial Cobas e diverse realtà sociali milanesi hanno già annunciato la loro partecipazione.

Non è certo la prima manifestazione di piazza che si realizza a Milano da quando è iniziata la cosiddetta fase 2, perché per fortuna diverse realtà avevano già preso delle iniziative, come per esempio i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo, la Cub, Usb o alcuni spazi sociali. Qualche volta si manifestava partendo dalla propria condizione lavorativa o sociale, altre volte dalla denuncia del fallimento della giunta lombarda e del “modello Lombardia” (che poi, in realtà, sarebbe il buon vecchio modello Formigoni). E non va dimenticato che neanche durante la fase più dura del lockdown tutto taceva, perché spesso è stato necessario che i lavoratori e le lavoratrici passassero alla mobilitazione diretta per far rispettare le misure di sicurezza sui luoghi di lavoro. Oppure c’erano –e ci sono- le brigate volontarie e neanche questo va dimenticato.

Non partiamo da zero, quindi, anche se le difficoltà di andare oltre il particolare e unire le forze continua ad essere un problema dalle nostre parti. Ma detto tutto questo, pare evidente che finora il nostro lato del mondo sia stato piuttosto timido, mentre le destre sovraniste e razziste, compreso tutto il sottobosco di fasci, complottisti e generali pazzi, si sono mostrati più dinamici e aggressivi in termini di mobilitazione e occupazione dello spazio pubblico, con la non indifferente conseguenza del rafforzamento della percezione che le uniche due opzioni possibili in campo siano la destra di Salvini e Meloni e il governo Conte. E, in fondo, anche la vicenda dell’appello in difesa del governo Conte di un mese fa ci parlava di questo.

L’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica e sociale ci rimettono di fronte al problema del chi paga la crisi e del tipo di società da costruire. Sappiamo com’è andata a finire l’ultima volta, cioè con una fortissima accentuazione delle disuguaglianze, con pochi che sono diventati più ricchi e tanti che si sono impoveriti. E ora, le cose rischiano di ripetersi, persino in peggio. Ecco perché non si può ridurre tutto alla logica politicista del non disturbiamo il governo Conte, altrimenti arriva Salvini.

No, di fronte alla gravità della crisi sociale e occupazionale il campo non va abbandonato, anzi, va occupato. Per non finire nella tenaglia tra il confuso continuismo, cioè il governo dell’esistente, e l’incubo sovranista, con un padronato peraltro sempre più aggressivo e condizionante, chiunque governi (mancata zona rossa in Valseriana docet).

Sabato è un’occasione per manifestarci, per mostrare un altro punto di vista, non subalterno, ma autonomo e non aggrappato al meno peggio, ma teso al cambiamento.

Quindi, vediamo di esserci. Ovviamente, con mascherina e nel rispetto delle distanze.

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In Movimenti Tags 6 giugno, fase 2, conflitto, crisi, covid-19, Milano, cobas, movimenti, antifa
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Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco.  Israele continua a bombardare e bloccare l&
Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco. Israele continua a bombardare e bloccare l’afflusso degli aiuti, mentre gran parte della popolazione di Gaza è costretta in metà del territorio della striscia. In Cisgiordania non va meglio, perché coloni ed esercito proseguono nella pulizia etnica e nella cacciata dei palestinesi dalle loro terre. Questa è la realtà sul campo, mentre qui da noi i complici hanno fatto calare il silenzio e destre e “riformisti” del Pd vogliono persino tappare la bocca ai chi denuncia i crimini di Israele, proponendo la messa fuorilegge della critica al sionismo. Per questo occorre tenere viva la mobilitazione. Tutto il resto sono chiacchiere #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si sbagliano, alla grande! Giù le mani dall’Askatasuna! #Aska #Askatasuna
PER PINO E LICIA PER NON DIMENTICARE PINELLI ASSASSINATO   La memoria è una cosa importante, serve per affrontare il presente e, soprattutto, il futuro. E non bisogna mai dimenticare Piazza Fontana e la morte poco accidentale di Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, accusato ingiustamente nel quadro dei depistaggi all’indomani della strage e fatto precipitare nella notte del 15 dicembre 1969 da una finestra del quarto piano della Questura di Milano. Nessuno avrebbe mai pagato per la sua morte o per le tante bugie e, alla fine, la spiegazione giudiziaria sarebbe stata un misterioso “malore attivo”. Morto Pinelli, il depistaggio continuò e il 16 dicembre fu arrestato un altro anarchico milanese, Pietro Valpreda, che rimase in carcere innocente per 3 anni. Solo molti anni più tardi una parte della verità storica sulla strage di Stato riuscì a farsi largo anche sul piano giudiziario, con l’individuazione dei responsabili della strage nei neofascisti di Ordine Nuovo. La famiglia Pinelli avrebbe dovuto aspettare 40 anni perché lo Stato, nella persona del Presidente della Repubblica Napolitano, riconoscesse la “verità storica” su Pinelli e sulla strage di piazza Fontana. Una verità storica che i movimenti avevano denunciato sin dai primi momenti e che anche oggi, in tempi di galoppante revisionismo governativo, potrà continuare a vivere soltanto attraverso la memoria e l’impegno collettivo. #pinelli #giuseppepinelli #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni p
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA 
STRAGE FASCISTA E DI STATO 

12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente
A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la mor
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO 12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la morte di Giuseppe Pinelli e l’ingiusta persecuzione contro gli anarchici. Non si tratta di un esercizio rituale, ma della necessità di leggere il presente attraverso le continuità che lo attraversano. Ci troviamo alle 18.30 in piazza 24 Maggio a #Milano #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa

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