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il blog di Luciano Muhlbauer

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Il ritorno della questione curda

February 8, 2025

Pubblicato su Milano in Movimento l’8 febbraio 2025

La questione curda è tornata, anche se in realtà se n’era andata solo dai riflettori del sistema mediatico e, per essere onesti, anche un po’ dall’attenzione del mondo solidale. Infatti, mentre gli sguardi erano rivolti altrove, la repressione in Turchia non ha mai smesso di colpire, né di liquidare sistematicamente, con destituzioni e commissariamenti, le amministrazioni locali curde democraticamente elette, ma sgradite al regime. Così come l’aviazione turca non ha mai cessato di sganciare le sue bombe nel Rojava e nel Kurdistan iracheno.

Ma ora, a dieci anni dalla liberazione di Kobane dallo Stato islamico, qualcosa sta cambiando, anzi, è già cambiato, e questo ci impone di agire.

È cambiato, anzitutto, lo scenario regionale, perché l’indebolimento strategico dell’asse sciita e la caduta del regime di Assad hanno modificato i rapporti di forza, proiettando sulla Siria l’egemonia della Turchia di Erdogan, da sempre alleata e sponsor delle forze che ora detengono il potere politico a Damasco. Non a caso la pressione militare sul Rojava è aumentata a dismisura, sia con le milizie mercenarie, sia con l’intervento diretto delle forze armate turche. L’obiettivo è dichiarato, cioè smantellare l’esperienza del confederalismo democratico e ripulire etnicamente ampie zone a ridosso del confine turco.

Ma è cambiata qualcosa anche in Turchia e, mentre la pressione militare si intensificava, nell’autunno scorso il regime di Erdogan ha iniziato a lanciare messaggi al movimento curdo, rivolgendosi di fatto leader del PKK, Abdullah Öcalan, prigioniero da ormai 26 anni nell’isola di Imrali. Il 28 dicembre, poi, a una delegazione qualificata del Partito democratico dei popoli (Dem) è stato permesso di incontrare in carcere Öcalan. E, infine, il 4 febbraio scorso Tuncer Bakirhan, co-presidente di Dem, ha annunciato nel parlamento turco che Öcalan “si prepara a fare un appello storico nei prossimi giorni per una soluzione permanente alla questione curda”.

Cosa stia succedendo effettivamente non lo sappiamo e il gioco di Erdogan è ambiguo, forse dettato solo dalla ricerca di vie per un terzo mandato, ma rimane il fatto che la situazione è in movimento e aperta a diversi scenari. Come andrà a finire dipende anche –e forse soprattutto- da che cosa il movimento curdo e chi lo ha sempre sostenuto è in grado di mettere in campo.

Per questo occorre agire ora, al fianco del movimento curdo, a partire dal 15 febbraio prossimo, anniversario del sequestro di Abdullah Öcalan e giorno in cui tutta Europa si saranno mobilitazioni e cortei per chiedere una soluzione per il Kurdistan e la liberazione del suo leader storico.

Qui in Italia ci saranno due piazze, a Roma e a Milano. L’appuntamento di Milano è alle 14.30 in L.go Cairoli, da dove ci muoveremo in corteo fino al Consolato turco.

In Internazionale Tags Rojava, kurdistan, ocalan, Turchia, Milano
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SOLIDALI CON MOHAMMAD HANNOUN ✊🇵🇸
NON CI FAREMO ZITTIRE DALLA REPRESSIONE DI MELONI

Hanno dato il foglio di via da #Milano a Mohammad Hannoun, presidente di @api.italia , l’associazione palestinese che da due anni organizza le manifestazioni
SOLIDALI CON MOHAMMAD HANNOUN ✊🇵🇸 NON CI FAREMO ZITTIRE DALLA REPRESSIONE DI MELONI Hanno dato il foglio di via da #Milano a Mohammad Hannoun, presidente di @api.italia , l’associazione palestinese che da due anni organizza le manifestazioni del sabato per la Palestina. Beninteso, non lo accusano di fatti violenti, anche perché in due anni di sabati non è mai successo alcunché di rilevante sotto il profilo dell’ordine pubblico. Ma le estreme destre di governo ce l’hanno con lui perché dice le stesse cose che afferma anche il diritto internazionale, cioè che l’occupato ha il diritto di resistere all’occupante. E così, non potendolo denunciare all’autorità giudiziaria, perché non esiste nulla di cui accusarlo, passano a un provvedimento amministrativo, come il foglio di via, che ormai insieme ad altri strumenti di polizia, come il Daspo, sta infestando il nostro paese. L’intento è sempre lo stesso, zittire e intimidire chi non la pensa come il governo. Non a caso, sul movimento per la Palestina si sta abbattendo una repressione sempre più esplicita, fatta di manganelli, denunce penali e, appunto, provvedimenti di polizia limitanti la libertà personale. Massima solidarietà a Mohammad Hannoun! Se toccano un*, toccano tutt* noi! #FreePalestine
#FreePalestine all over the world ✊ 
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Chi pensava o auspicava che le persone sarebbero tornate a casa si è sbagliato di grosso. #Milano è palestinese anche stasera ✊

#BlocchiamoTutto
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Alle 18 in p.le Lodi a #Milano

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Felicissimo per Ilaria, ma la porcheria è stata evitata con un solo voto di scarto, 306 a 305, e questo ci dà la misura di come siamo messi 

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