Il 22 maggio scorso, tra le 17.30 e le 20.00, cioè proprio mentre in piazza Fontana era in corso la posa della nuova lapide a Giuseppe Pinelli, mani ignote avevano spaccato la lapide a Claudio Varalli e Giannino Zibecchi che si trova nella vicina piazza Santo Stefano. Una contestualità, peraltro accertata, che esclude ogni ipotesi diversa dalla matrice politica. Cioè, chi ha spaccato, che l’abbia fatto con premeditazione oppure no, sapeva cosa faceva e perché. Quella sera, grazie al pronto intervento dei lavoratori della RiMaflow, la lapide danneggiata era stata messa immediatamente in sicurezza. Oggi, dopo un lavoro di restauro effettuato nella fabbrica recuperata, la lapide ritornerà al suo posto.
Spaccare una lapide non è solo un atto codardo, ma è anche un’azione politicamente molto grave, perché è come voler uccidere una seconda volta. Così come è stato grave il silenzio delle forze politiche e istituzionali che non aveva nemmeno scritto un comunicato stampa di condanna, sebbene fossimo in piena campagna elettorale per il primo turno delle amministrative. Un segno dei tempi, evidentemente, ma anche di quella miope apatia culturale che coltiva l’illusione che fascismo e razzismo siano cose del passato e non del presente. Per questo è ancora più importante partecipare alla ricollocazione della lapide restaurato, che si terrà oggi venerdì 10 giugno, alle ore 18.30, in piazza Santo Stefano.
L’evento facebook lo trovate qui www.facebook.com/events/880629058730546
Per sapere di più su Claudio Varalli, assassinato dai fascisti il 16 aprile 1975, e Giannino Zibecchi, ucciso da un camion dei carabinieri nel corso di una manifestazione antifascista del giorno dopo, vistate il sito Per non dimenticare.
Di seguito alcune immagini per raccontare la vicenda della lapide spaccata.