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il blog di Luciano Muhlbauer

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Sgomberi e spazi sociali. Milano non resiste a Salvini

September 18, 2018

Milano doveva essere l’anti Salvini, l’unico luogo in grado non solo di resistere all’ondata gialloverde, ma di delineare un’alternativa credibile, moderna, includente e vincente. La narrazione l’ha proposta il Sindaco Sala in prima persona e dal palco del Pride di fine giugno l’ha consegnata a una piazza strapiena. Diciamoci la verità, al netto della nostra avversione verso la sua logica tutta business e grandi eventi, la cosa non ci era poi dispiaciuta più di tanto, anzi, aveva persino qualcosa si rassicurante. Peraltro, facevano notare alcuni, a Milano sulla questione migranti c’era un Majorino, che non era proprio la stessa cosa di Minniti, sull’antifascismo al Sindaco era sfuggito addirittura un “militante” e gli spazi sociali non sembravano rientrare tra i bersagli comunali.

Ma poi qualcosa è cominciato a cambiare rispetto a questa immagine liberal. Avevano, infatti, stupito le dichiarazioni dell’Assessore alla sicurezza, nonché Vicesindaco, Anna Scavuzzo, il giorno dello sgombero del Lambretta e non perché il Comune c’entrasse qualcosa con la decisione dello sgombero (ordinato dal magistrato), ma per i toni insolitamente aridi per gli standard dell’amministrazione milanese. Toni che poi sarebbero riecheggiati qua e là qualche settimana più tardi nella vicenda di Aldo dice 26x1.

Purtroppo, però, non era soltanto questione di toni e in questi giorni è arrivata la tegola dell’annuncio della privatizzazione, della vendita e, dunque, dello sgombero (“soft”, per carità) di Macao. E poiché a volte il metodo è anche merito, la tegola non consiste soltanto nella decisione di sgomberare, ma anche nel modo in cui la decisione è stata comunicata, cioè per mezzo di una dichiarazione dell’assessore Tasca al Corriere della Sera. E non è che le successive dichiarazioni a Radio Popolare da parte dell’assessore Del Corno, tutte incentrate sulla questione legalità/illegalità, abbiano migliorato la situazione, anzi.

E pensare che Macao era lo spazio sociale milanese che si era esposto più di chiunque altro nel dialogo con l’amministrazione comunale, spingendosi fino a mettere a disposizione le proprie competenze e collaborare a una proposta di delibera comunale sugli spazi, che poi effettivamente vide la luce, anche se rimase nel cassetto. Il dialogo non si era mai fermato, da Pisapia a Sala. Chi oggi critica gli accenti forti della presa di posizione di Macao dovrebbe ricordarsi di questa storia, perché il meno che si possa dire è che la Giunta sia stata profondamente sleale.

E se proprio non vogliamo farci mancare nulla, va ricordato che proprio oggi dalle pagine del Corriere la proprietà dello stabile che ospita lo storico Leoncavallo dichiara che le trattative con il Comune sono in fase di stallo e che non esclude di denunciare Comune e Stato per la mancata esecuzione dello sfratto.

Certo, il mondo è complicato, ci sono i vincoli delle pubbliche amministrazioni e ci sono i bilanci da tenere in ordine, ma c’è anche la politica, nel senso più alto della parola. E qui è mancato il coraggio o forse semplicemente una visione di futuro indipendente. Insomma, la sensazione è che in Comune abbiano deciso di arretrare, di non resistere a Salvini su alcuni terreni, come quello delle “occupazioni abusive”, che è poi quel termine generico e micidiale che confonde tutto, chi delinque con chi lotta, chi ruba l’appartamento alla vecchietta in sua assenza con chi occupa un un’abitazione tenuta vuota per anni da quanti per legge avrebbero il dovere di assegnarla, chi si appropria di un capannone per organizzare i suoi traffici con chi riempie di autogestione, attività e vita gli spazi abbandonati dalla speculazione.

La vita insegna che quando si comincia a cedere, arretrare e volgere le spalle, allora si sa dove si inizia, ma non dove si finisce. Spero dunque di sbagliarmi e di essere smentito.

Nel frattempo però, visti i tempi che corrono, dovremmo metterci in fretta in sintonia con lo stato delle cose. L’autunno è già cominciato.

In Movimenti Tags Macao, Leoncavallo, spazi sociali, centri sociali, sgomberi, Milano, Sala, Lambretta
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28 maggio 1974, una bomba esplode in Piazza della Loggia a Brescia, dov’era in corso una manifestazione antifascista indetta dal sindacato. Un’altra strage fascista e di Stato.
 
#noinondimentichiamo
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#Brescia
28 maggio 1974, una bomba esplode in Piazza della Loggia a Brescia, dov’era in corso una manifestazione antifascista indetta dal sindacato. Un’altra strage fascista e di Stato. #noinondimentichiamo #piazzadellaloggia #Brescia
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Cinque referendum, cinque occasioni per contrastare precarietà, sfruttamento ed esclusione.

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Referendum, noi votiamo SÌ. L’8 e 9 giugno non staremo a casa. Cinque referendum, cinque occasioni per contrastare precarietà, sfruttamento ed esclusione. Swipe per leggere l’articolo. #Referendum2024 #Lavoro #Cittadinanza
Oggi sono esattamente 50 anni da quel 25 maggio 1975 quando nel centro di #Milano un gruppo di neofascisti assassinò Alberto Brasili. Sono 50 anni, uno di quegli anniversari tondi che di solito meritano attenzione, ma per Brasili non sentirete
Oggi sono esattamente 50 anni da quel 25 maggio 1975 quando nel centro di #Milano un gruppo di neofascisti assassinò Alberto Brasili. Sono 50 anni, uno di quegli anniversari tondi che di solito meritano attenzione, ma per Brasili non sentirete proclami di Ministri o Presidenti di Senato e non troverete amministratori locali in giro per il paese che gli dedicano una via. No, perché i morti ammazzati dai fascisti non contano, conta soltanto Ramelli, utile per riscrivere la storia e proporre la realtà alternativa degli eredi di Almirante. E oggi loro lo possono fare perché controllano il governo, ma anche perché in questi anni in troppi li hanno agevolati, accreditando la favola della “pacificazione”.   #AlbertoBrasili #Brasili
Il @cantiere_milano non si tocca!
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A #Milano per la #Palestina
Un anno e mezzo di massacro sistematico e rivendicato, ma i governi europei, salvo qualche piccola eccezione, non riescono ad andare oltre le parole, mentre gli accordi e gli affari continuano come se niente fosse. 

#Gaza
A #Milano per la #Palestina Un anno e mezzo di massacro sistematico e rivendicato, ma i governi europei, salvo qualche piccola eccezione, non riescono ad andare oltre le parole, mentre gli accordi e gli affari continuano come se niente fosse. #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #resistenza #FreePalestine
Ancora una volta una provocazione sionista contro il #CsaVittoria. Ormai si ripete con una certa regolarità. Qual è la colpa del Vittoria? Essere solidale con il popolo palestinese e denunciare i crimini del regime di Netanyahu. Le comp
Ancora una volta una provocazione sionista contro il #CsaVittoria. Ormai si ripete con una certa regolarità. Qual è la colpa del Vittoria? Essere solidale con il popolo palestinese e denunciare i crimini del regime di Netanyahu. Le compagne e i compagni lo fanno dall’inizio del genocidio, sono tra le realtà milanesi più attive. È bene che i provocatori sappiano che se toccano uno toccano tutt3 😉 Solidarietà con il Vittoria e #freepalestine oggi e sempre ✊

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