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il blog di Luciano Muhlbauer

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Noi non ci arruoliamo

March 11, 2025

La guerra è alle porte, dobbiamo difendere l’Europa, i nostri valori, la libertà e la democrazia, dobbiamo riarmarci, prepararci alla guerra, diventare nuovi guerrieri.

Grande è la confusione e forse non poteva essere diversamente. Troppo rapida e violenta è stata l’irruzione di Trump e Musk, che fedeli al vecchio motto dei miliardari della Silicon Valley, move fast and break things, hanno spazzato via in tempo record radicate convinzioni geopolitiche e anni di incessanti proclami sulla guerra fino alla vittoria.

Ma se la confusione delle persone è comprensibile, un po’ meno lo è quella delle classi dirigenti europee. Nessun piano B era pronto, come se Trump fosse un fulmine a ciel sereno e il suo programma non ampiamente annunciato. E come se, anche con una seconda amministrazione democratica, non si sarebbe posto il problema di terminare una guerra che consuma generazioni e che nessuna delle parti può vincere.

Sì, la democrazia liberale, i famosi valori, le nostre libertà sono minacciati, ma da chi e da cosa? Dalle armate di Putin, pronte a spingersi fino in Portogallo? Anche se la Russia avesse l’intenzione e la forza di invadere tutta l’Europa, non ci sarebbe alcun bisogno della Russia per mettere in discussione i nostri valori e le nostre libertà, perché ci stiamo già pensando da soli.

Tutto l’Occidente è attraversato da un impietoso vento reazionario, che negli Usa ha portato alla presidenza Trump e che in Europa ha provocato uno spostamento dell’intero quadro politica a destra, sia con governi gestiti direttamente dalle destre nazionaliste, sia con governi fortemente condizionati dalle estreme destre. Ovunque si affacciano nuovi nazionalismi, accomunati da una visione che unisce neoliberismo, cioè massima libertà per capitali e capitalisti, e forme di governo più autoritarie e repressive, cioè meno libertà per le persone, il tutto condito con una violenta retorica contro le persone migranti e le minoranze. Succede negli Usa, succede in Europa e, ovviamente, succede anche in Italia.

Quanto ai valori, vabbè, quel poco di pretesa di essere i custodi universali dei diritti umani che era sopravvissuto ai doppi standard e all’ipocrisia è annegato definitivamente nel sangue palestinese e nella vergogna della complicità con Netanyahu.

L’Europa politica è stata sempre evocata, ma non è mai esistita, perché non c’è mai stata la volontà e l’interesse di andare oltre lo spazio economico, il presidio dei dogmi liberisti e la blindatura delle frontiere esterne. E difficilmente potrà nascere ora, in mezzo alla mediocrità delle classi dirigenti tradizionali e alle tempeste nazionaliste. Figuriamoci, poi, un esercito europeo, che presuppone una convergenza di obiettivi e priorità o, almeno, un paese guida, come lo sono gli Stati Uniti per la Nato.

Applaudire al ReArm Europe e ai suoi 800 miliardi in nome di un fantomatico esercito europeo equivale, nel migliore dei casi, a una tragica illusione, perché in realtà altro non significa che dare il via libera al dirottamento di risorse pubbliche dalle spese sociali a quelle militari, ingrassando le industrie delle armi, a partire da quelle statunitensi, nel tentativo di risollevare le stagnanti economie europee con una sorta di keynesismo di guerra.

E come sempre, quando parte la corsa agli armamenti la probabilità che questi vengano utilizzati aumenta, specie in un mondo come quello di oggi, che non assomiglia affatto a quello degli anni Trenta del secolo scorso, ma piuttosto a quello di fine Ottocento, con i suoi imperialismi in competizione e la sua politica delle cannoniere.

Oggi il problema non è scegliere tra il nazionalismo e una sorta di nazionalismo europeo armato, ma far emergere una voce altra, che metta al centro i bisogni sociali e i diritti delle persone, che contrasti le crescenti disuguaglianze sociali, che metta in discussione un capitalismo sempre più vorace e violento. E che, ovviamente, si rifiuti di mettere l’elmetto.

Quindi, se una certa confusione ci stava, anche dalle nostre parti, ora è il momento di riallacciare i fili del dibattito e dell’agire, perché il tempo e le cose corrono veloci.

Pubblicato su Milano in Movimento l’11marzo 2025

In Guerre e Pace Tags ReArm Europe, guerra, riarmo, europa, Trump, musk
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12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni p
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA 
STRAGE FASCISTA E DI STATO 

12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente
A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la mor
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO 12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la morte di Giuseppe Pinelli e l’ingiusta persecuzione contro gli anarchici. Non si tratta di un esercizio rituale, ma della necessità di leggere il presente attraverso le continuità che lo attraversano. Ci troviamo alle 18.30 in piazza 24 Maggio a #Milano #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
ALLA PRIMA DELLA SCALA, LIBERTÀ PER SHAHIN
Mohammad Shahin, imam torinese regolarmente residente in Italia, è stato fermato e rinchiuso nel CPR di Caltanissetta con l’obiettivo di espellerlo verso l’Egitto, dove peraltro sar
ALLA PRIMA DELLA SCALA, LIBERTÀ PER SHAHIN Mohammad Shahin, imam torinese regolarmente residente in Italia, è stato fermato e rinchiuso nel CPR di Caltanissetta con l’obiettivo di espellerlo verso l’Egitto, dove peraltro sarebbe a rischio la sua incolumità. La sua colpa? Essere tra gli animatori delle mobilitazioni torinesi contro il genocidio e per la Palestina. In altre parole, un anticipo di quello che succederebbe a tutti e tutte noi se dovessero passare la proposte di legge presentate dai partiti di governo e dalla destra del Pd (proposta Derio), che intendono equiparare antisemitismo e antisionismo, mettendo così de facto fuorilegge ogni critica all’occupazione israeliana della Palestina. Oggi alla prima della Scala, insieme al sostegno alla vertenza dei lavoratori e delle lavoratrici della Scala, è stato ribadito che non intendiamo farci mettere il bavaglio e che Shahin deve tornare libero. Buon Sant’Ambrogio e Palestina libera! #FreeShahin #PrimaScala
In occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese, istituita dall’ONU nel 1977, si sono tenute due manifestazioni nazionali a Roma e a #Milano. C’è chi pensa che ormai non bisogna più mobilitarsi, perché c’è un cessate il fuoco e perché si sta andando verso la pace, ma purtroppo la realtà sul campo è ben diversa. La maggior parte di Gaza è sotto occupazione militare israeliana e nella restante parte, dove si trova ammassata tra le macerie la quasi totalità della popolazione, continuano gli interventi militari e le uccisioni e gli aiuti umanitari entrano solo con contagocce. Per non parlare di quello che accade in Cisgiordania, dove coloni e esercito di occupazione intensificano addirittura le operazioni di pulizia etnica in un crescendo di violenza. Tutto questo è possibile solo grazie alla copertura dei governi alleati di Israele, tra cui quello italiano, che blaterano di una pace che non c’è e che, di fatto, altro non fanno che proseguire la loro complicità con i crimini di Israele. Ecco perché bisogna continuare a stare in piazza, a intervenire in ogni occasione e non permettere mai che cali il silenzio su quello che accade in Palestina. #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
A MILANO CONTRO LA FINANZIARIA DEL RIARMO 
A #Milano migliaia in piazza per lo sciopero generale convocato dal sindacalismo di base contro una manovra finanziaria che continua a tagliare la spesa sociale e avvia lo spostamento delle risorse pubbliche
A MILANO CONTRO LA FINANZIARIA DEL RIARMO A #Milano migliaia in piazza per lo sciopero generale convocato dal sindacalismo di base contro una manovra finanziaria che continua a tagliare la spesa sociale e avvia lo spostamento delle risorse pubbliche verso il riarmo, mentre decrescono i salari e aumentano le rendite e i profitti di pochi. Tantissime le bandiere della Palestina, perché neanche per un minuto dobbiamo farci distrarre da una pace che c’è solo nella propaganda dei complici di Netanyahu. #scioperogenerale #stopriarmo #FreePalestine

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