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il blog di Luciano Muhlbauer

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Ricordare le stragi di ieri, fermare le guerre di oggi - 12D a Milano - Corteo antifascista e antirazzista

November 23, 2015

Come avviene ormai da qualche anno, in occasione del 12 dicembre, anniversario della strage di piazza Fontana, ci sarà a Milano il corteo cittadino che vuole andare oltre la mera commemorazione istituzionale, per non disperdere la memoria della strage di Stato e della morte di Pinelli in Questura, ma anche per collegare i fatti di ieri con le battaglie da fare oggi. Per organizzare la manifestazione c'era stata un’assemblea cittadina, che aveva condiviso e avviato la costruzione dell’iniziativa. Ma poi sono arrivate le stragi di Parigi e, inevitabilmente, tutti quanti abbiamo dovuto fare una riflessione, non certo per rinunciare alla mobilitazione di piazza, che sarebbe, anzi, la cosa più sbagliata, ma per darle un senso più ampio.

Il corteo si terrà sabato 12 dicembre, partirà alle ore 15.30 da Porta Venezia e terminerà in Piazza Fontana. Poiché quest’anno il 12 sarà di sabato, ci sarà ovviamente una contestualità con il corteo istituzionale che partirà da Piazza della Scala per raggiungere Piazza Fontana. Tuttavia, è bene sottolineare da subito che questo non significa in alcun modo una contrapposizione.

Di seguito trovate l’appello e la locandina per il corteo del 12, nonché l’elenco delle primissime adesioni. Per rimanere aggiornati sulla mobilitazione, per conoscere gli  appuntamenti di avvicinamento e per comunicare nuove adesioni, fate riferimento all’evento facebook www.facebook.com/events/1511580295821770/ 


RICORDARE LE STRAGI DI IERI, FERMARE LE GUERRE DI OGGI

Il 12 dicembre 1969, una bomba scoppiava in Piazza Fontana. Una bomba, che facendo 17 morti e decine di feriti unita alla morte di Giuseppe Pinelli assassinato tre giorni dopo nella Questura di Milano, inaugurava la “Strategia della Tensione”, ovvero la costruzione sistematica di paura volta a criminalizzare i movimenti sociali e le richieste di diritti e libertà che in quegli anni riempivano le strade.

Oggi, 46 anni dopo, vediamo come, in Italia e in altre parti del mondo, la strategia della paura, della criminalizzazione verso chi pretende diritti per un futuro e una vita migliore, non sia cambiata: dalle piazze xenofobe di Salvini & co, ai muri di Orban, alle sparizioni forzate in Messico, alle stragi ad Ankara, Suruç e Dyarbarkir.

Come 46 anni fa, i poteri politici, economici e militari hanno tutto l’interesse a bloccare ogni spinta e autorganizzazione dal basso che metta ulteriormente in crisi un modello economico globale basato sulle speculazioni, l’espropriazione di terre e diritti, lo sfruttamento di miliardi di persone e territori in tutto il mondo. Oggi come ieri, ciò che vediamo attuarsi non è altro che uno status quo che cerca di rimanere inalterato: alle destabilizzazione di intere aree del pianeta fatta dalla speculazione economica e dai bombardamenti della guerra di turno, si risponde con nuove guerre e vendite di armamenti; alle lotte dei contadini e delle popolazioni locali per l’autodeterminazione dei territori si risponde con il landgrabbing, l’espropriazione di terre, le coltivazioni terminator, lo sfruttamento; a quante e quanti si spostano dalle loro terre alla ricerca di un futuro più degno, rivendicando un diritto alla mobilità che sia di tutte/i a prescindere dal passaporto, si risponde con muri, eserciti alle frontiere e respingimenti… quando non direttamente con il bombardamento dei barconi.

Oggi la tensione e la paura sono esportate a livello globale per coprire la crisi economica che il neoliberismo stesso ha creato e per cui adesso cerca nuovi capri espiatori: diventano così il nemico da additare i kurdi in Turchia che combattono contro una discriminazione decennale e la repressione del governo Erdogan, i Palestinesi adesso colpevoli addirittura (in una totale riscrittura della storia) di aver istigato la Soluzione Finale di Hitler e l’Olocausto, mentre nelle strade della “democratica” Europa continua la caccia al migrante, all’uomo nero accusato di “rubare la casa e il lavoro”, alimentando così la guerra tra poveri.

Ancora, a 46 anni di distanza, vediamo come anche gli attori non siano poi molto cambiati: nel 1969 i fascisti armati da CIA e servizi segreti con la complicità della Democrazia Cristiana, oggi sempre i fascisti che siano di Casapound o della Lega di Salvini in Italia, del Front National della Le Pen in Francia, di Alba Dorata in Grecia, quando non sono direttamente coinvolti nel governo come in Ungheria, Polonia, Austria…

Lo stesso vale anche per il Medio Oriente e il Nord Africa, dove i servizi segreti di mezza NATO e le petromonarchie del golfo loro alleate hanno finanziato organizzazioni come Daesh e Al-Nusra per anni, armandoli, addestrandoli e utilizzandoli per i propri fini, salvo poi dover fare i conti con le mostruosità prodotte, come ha ricordato la strage di Parigi.

L’Europa bombarda in Africa e Medio Oriente da decenni e oggi si arma per difendere le proprie frontiere dai migranti che essa stessa ha contribuito a creare. Pur di fermare con ogni mezzo chi scappa da guerra e miseria, l’Europa cerca l’accordo con governi come quello di Erdogan, che Daesh non l’ha mai combattuto, ma in cambio bombarda i curdi che lottano contro Daesh.

Ricordare la Strage di Piazza Fontana, oggi come ieri, non è un semplice esercizio di memoria. È una scelta partigiana, di rifiuto della paura e della guerra tra poveri che ci vengono proposte, e di lotta per i diritti, per un futuro degno, libero e sostenibile per tutte e tutti.

Rifiutiamo la retorica del mostro sbattuto in prima pagina: ricordiamo bene Valpreda e Giuseppe Pinelli, il primo rimasto in galera innocente per anni, il secondo assassinato nei locali della Questura di Milano la notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969.

Ricordiamo anche Saverio Saltarelli ucciso un anno dopo mentre manifestava per affermare chePiazza Fontana fu una strage di Stato e che Pinelli era stato assassinato.

Scegliamo di essere ancora oggi nelle strade e nei quartieri della nostra città, tessendo reti solidali, antirazziste ed antifasciste; scegliamo di essere complici con quante e quanti in ogni angolo del globo resistono alla paura, alle speculazioni, alle dittature, alle guerre, proponendo pratiche di organizzazione dal basso, pratiche che rifiutano ogni confine, sia esso fisico o mentale.

Milano Antifascista e Antirazzista

Prime adesioni (al 23.11.2015):

Licia Pinelli

Pia Valpreda

Claudia Pinelli

Silvia Pinelli

Memoria Antifascista

Ponte della Ghisolfa

Comunità Curda Milanese

ZAM Zona Autonoma Milano

Csoa Lambretta

CS Cantiere

Soy Mendel

Sinistra Anticapitalista - Milano

Partito della Rifondazione Comunista – Fed. Di Milano

Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre

Amici e Compagni di Luca Rossi Associazione Amici e Familiari di Fausto e Iaio

Associazione Per Non Dimenticare Claudio Varalli e Giannino Zibecchi

Associazione di Amicizia Italia – Cuba

Teatro della Cooperativa

Zona 3 per la Costituzione

CASC Lambrate

Rete Studenti Milano

Collettivo Bicocca

Collettivo Universitario the Take - CUT

Coordinamento dei Collettivi Studenteschi - CCS

LUME

Dillinger Project

Rojava Calling Milano

Spazio di Mutuo Soccorso - SMS

Comitato Abitanti San Siro

Adesso Basta

Fronte Palestina di Milano

PRC sez.Casaletti di Paderno Dugnano

Redazione di Lotta Continua

SI Cobas

Rete della Conoscenza

Unione degli Studenti

Link – Sindacato Universitario

ANPI Crescenzago

Fronte Popolare

Centro Culturale Concetto Marchesi

Comitato NO Muos milano

Parallelo Palestina

Associazione antirazzista Le Radici e Le Ali

(per nuove adesioni scrivere in www.facebook.com/events/1511580295821770)

In Antifascismo Tags 12 dicembre, piazza fontana, strage di stato, strage, strategia della tensione, Parigi, da'esh, daesh, guerra, terrorismo, Turchia, curdi, rojava, siria, pinelli
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Al fianco del popolo palestinese, sui cui continua ad abbattersi la violenza dell’occupazione israeliana, mentre governi e grandi media cercano di spegnere i riflettori. Oggi a #Milano #Affori     #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Parlano di pace, quando non c’è nemmeno un cessate il fuoco degno di questo nome. Israele continua a bombardare Gaza quando gli pare e piace e continua a non far passare gli aiuti umanitari che servono, mentre in Cisgiordania proseguono
Parlano di pace, quando non c’è nemmeno un cessate il fuoco degno di questo nome. Israele continua a bombardare Gaza quando gli pare e piace e continua a non far passare gli aiuti umanitari che servono, mentre in Cisgiordania proseguono la pulizia etnica e il furto di terre da parte di esercito e coloni. Cercano di far calare il silenzio. Per questo è decisivo continuare a stare in piazza, come oggi a #Milano. #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Rifacciamo? 

#1917
Rifacciamo? #1917
GOOD MORNING AMERICA ✊
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SOLIDALI CON MOHAMMAD HANNOUN ✊🇵🇸
NON CI FAREMO ZITTIRE DALLA REPRESSIONE DI MELONI

Hanno dato il foglio di via da #Milano a Mohammad Hannoun, presidente di @api.italia , l’associazione palestinese che da due anni organizza le manifestazioni
SOLIDALI CON MOHAMMAD HANNOUN ✊🇵🇸 NON CI FAREMO ZITTIRE DALLA REPRESSIONE DI MELONI Hanno dato il foglio di via da #Milano a Mohammad Hannoun, presidente di @api.italia , l’associazione palestinese che da due anni organizza le manifestazioni del sabato per la Palestina. Beninteso, non lo accusano di fatti violenti, anche perché in due anni di sabati non è mai successo alcunché di rilevante sotto il profilo dell’ordine pubblico. Ma le estreme destre di governo ce l’hanno con lui perché dice le stesse cose che afferma anche il diritto internazionale, cioè che l’occupato ha il diritto di resistere all’occupante. E così, non potendolo denunciare all’autorità giudiziaria, perché non esiste nulla di cui accusarlo, passano a un provvedimento amministrativo, come il foglio di via, che ormai insieme ad altri strumenti di polizia, come il Daspo, sta infestando il nostro paese. L’intento è sempre lo stesso, zittire e intimidire chi non la pensa come il governo. Non a caso, sul movimento per la Palestina si sta abbattendo una repressione sempre più esplicita, fatta di manganelli, denunce penali e, appunto, provvedimenti di polizia limitanti la libertà personale. Massima solidarietà a Mohammad Hannoun! Se toccano un*, toccano tutt* noi! #FreePalestine
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