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il blog di Luciano Muhlbauer

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Nulla sarà più come prima

July 6, 2015

Dobbiamo ringraziare davvero il popolo greco, perché il voto di ieri non riguardava soltanto il presente e il futuro della Grecia, ma soprattutto quello dell’Europa o, meglio, della possibilità di immaginarsi ancora una costruzione europea diversa da quella ottusa e miope dell’austerità. Peraltro, la stessa rigidità negoziale della Commissione europea e del Fmi, per non parlare delle pesanti ingerenze nel processo democratico greco, c’entrava ben poco con il debito e molto invece con la politica. Cioè, andava stroncata da subito ogni speranza di poter modificare il diktat liberista e il comando oligarchico e autoritario che oggi costituiscono la governance de facto dell’Europa. Insomma, colpirne uno per educarne cento, a partire dagli elettori spagnoli, un po’ troppo tentati da Podemos.

Con la vittoria netta del no di ieri nulla è risolto e concluso, ma anche nulla sarà più come prima. Proprio perché la posta in gioco non è il debito o la Grecia, lo scontro continuerà e sarà, anzi, ancora più duro. Syriza ne sembra pienamente consapevole, visto che già stamattina ha fatto la sua prima mossa del cavallo, con l’annuncio delle dimissioni di Varoufakis, che altro non è che il tentativo di rimuovere ogni possibile pretesto e di mettere a nudo la questione vera di fronte all’opinione pubblica europea.

Ma la Grecia da sola non ce la può fare e non c’è voto popolare o mossa tattica che tenga. Quest’Europa è traballante, sta soffocando molte delle sue economie, la disuguaglianza si espande drammaticamente e la democrazia è sempre più un simulacro, ma il suo nucleo duro, fatto di poderosi interessi economici e finanziari e di qualche governo, come quello tedesco, che comanda più di altri, è forte e radicato. È tanto forte, quanto sono ancora deboli, frammentati e disorientati i suoi antagonisti.

Ed eccoci a noi, a quelli e quelle che tifano Tsipras, Podemos e Oxi, che magari fanno viaggi a Atene e che sicuramente hanno riempito ieri notte i social con la propria gioia. Tutto giusto e tutto bello, ma non basta, neanche lontanamente. La vittoria elettorale di Syriza, prima, e il no al referendum, poi, hanno acceso una luce, ci dicono che si può e si deve disobbedire e battersi con la schiena diritta per una futuro diverso, per tutti e tutte. Insomma, i greci e le greche, anzitutto le generazioni più giovani, hanno aperto una porta, ma per spalancarla del tutto serve che entrino in campo i movimenti, le coalizioni, le forze e le energie degli altri paesi europei.

Da oggi nulla sarà più come prima. E se non vogliamo rimanere schiacciati tra due opzioni altrettanto deleterie, cioè quella dello status quo europeo e quella del nazionalismo e della xenofobia, allora dobbiamo costruire la nostra opzione europea, democratica e sociale, radicalmente alternativa. Altre opzioni non ci sono, anche perché la vicenda del referendum greco, come tutti i fatti chiarificatori che ci presenta periodicamente la storia, ha messo la pietra tombale sulla supposta diversità della socialdemocrazia rispetto al campo conservatore.

E quello che va fatto, va fatto da subito, coalizzando le pratiche, unendo le forze e aprendo le finestre per far entrare aria fresca.
 

P.S. oggi a Milano, alle 18.30 in piazza Cadorna, c’è una prima mobilitazione contro l’austerità e a sostegno della Grecia.

In Politica Tags europa, grecia, Grexit, 5 luglio, Tsipras, Varoufakis, Syriza, Podemos, referendum, movimenti
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Parlano di pace, quando non c’è nemmeno un cessate il fuoco degno di questo nome. Israele continua a bombardare Gaza quando gli pare e piace e continua a non far passare gli aiuti umanitari che servono, mentre in Cisgiordania proseguono
Parlano di pace, quando non c’è nemmeno un cessate il fuoco degno di questo nome. Israele continua a bombardare Gaza quando gli pare e piace e continua a non far passare gli aiuti umanitari che servono, mentre in Cisgiordania proseguono la pulizia etnica e il furto di terre da parte di esercito e coloni. Cercano di far calare il silenzio. Per questo è decisivo continuare a stare in piazza, come oggi a #Milano. #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Rifacciamo? 

#1917
Rifacciamo? #1917
GOOD MORNING AMERICA ✊
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SOLIDALI CON MOHAMMAD HANNOUN ✊🇵🇸
NON CI FAREMO ZITTIRE DALLA REPRESSIONE DI MELONI

Hanno dato il foglio di via da #Milano a Mohammad Hannoun, presidente di @api.italia , l’associazione palestinese che da due anni organizza le manifestazioni
SOLIDALI CON MOHAMMAD HANNOUN ✊🇵🇸 NON CI FAREMO ZITTIRE DALLA REPRESSIONE DI MELONI Hanno dato il foglio di via da #Milano a Mohammad Hannoun, presidente di @api.italia , l’associazione palestinese che da due anni organizza le manifestazioni del sabato per la Palestina. Beninteso, non lo accusano di fatti violenti, anche perché in due anni di sabati non è mai successo alcunché di rilevante sotto il profilo dell’ordine pubblico. Ma le estreme destre di governo ce l’hanno con lui perché dice le stesse cose che afferma anche il diritto internazionale, cioè che l’occupato ha il diritto di resistere all’occupante. E così, non potendolo denunciare all’autorità giudiziaria, perché non esiste nulla di cui accusarlo, passano a un provvedimento amministrativo, come il foglio di via, che ormai insieme ad altri strumenti di polizia, come il Daspo, sta infestando il nostro paese. L’intento è sempre lo stesso, zittire e intimidire chi non la pensa come il governo. Non a caso, sul movimento per la Palestina si sta abbattendo una repressione sempre più esplicita, fatta di manganelli, denunce penali e, appunto, provvedimenti di polizia limitanti la libertà personale. Massima solidarietà a Mohammad Hannoun! Se toccano un*, toccano tutt* noi! #FreePalestine
#FreePalestine all over the world ✊ 
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Chi pensava o auspicava che le persone sarebbero tornate a casa si è sbagliato di grosso. #Milano è palestinese anche stasera ✊

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