Dobbiamo ringraziare davvero il popolo greco, perché il voto di ieri non riguardava soltanto il presente e il futuro della Grecia, ma soprattutto quello dell’Europa o, meglio, della possibilità di immaginarsi ancora una costruzione europea diversa da quella ottusa e miope dell’austerità. Peraltro, la stessa rigidità negoziale della Commissione europea e del Fmi, per non parlare delle pesanti ingerenze nel processo democratico greco, c’entrava ben poco con il debito e molto invece con la politica. Cioè, andava stroncata da subito ogni speranza di poter modificare il diktat liberista e il comando oligarchico e autoritario che oggi costituiscono la governance de facto dell’Europa. Insomma, colpirne uno per educarne cento, a partire dagli elettori spagnoli, un po’ troppo tentati da Podemos.
Read MoreA che cosa serve questa Europa?
Ma a che cosa serve questa Europa? Un interrogativo né nuovo né originale, ma che oggi, anche alla luce della gestione della vicenda greca e del dramma profughi, si pone in maniera decisamente diversa. Cioè, non si può fare finta che il passare del tempo sia indifferente, che l’accumulo di quantità non si trasformi prima o poi in qualità e che, di conseguenza, la più importante delle domande, almeno per noi, cioè se un’altra Europa sia effettivamente possibile e in che termini, non necessiti oggi perlomeno una forte ridiscussione.
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