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il blog di Luciano Muhlbauer

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Aldo Milani libero subito! Arrestato il coordinatore nazionale del SiCobas

January 27, 2017

Ieri sera la Questura di Modena ha arrestato Aldo Milani, sindacalista e coordinatore nazionale del SiCobas, uno dei sindacati di base più attivi nel settore della logistica. Nel momento in cui scrivo le notizie sono ancora molto frammentarie e non si conosce ancora l’esatto quadro accusatorio, ma è più che probabile che Aldo sia stato colpito a causa della sua attività sindacale. Infatti, rivendicare i propri diritti, anche quelli più elementari, è molto rischioso per i facchini e le forze dell’ordine, su richiesta padronale, ricorrono con estrema facilità alla violenza per sciogliere picchetti e presidi e porre fine agli scioperi. 

Qui sotto potete leggere il comunicato del SiCobas di ieri sera. Sempre stanotte sono partiti i primi scioperi di protesta per chiedere l’immediata liberazione di Aldo. Per tenervi aggiornati fate riferimento al sito e alla pagina facebook del sindacato.

Massima solidarietà con il SiCobas! Aldo libero subito!

AGGIORNAMENTO H. 15.00:
le accuse da parte della Questura sono pesantissime e infamanti, in sostanza di aver preso delle bustarelle per calmierare gli scioperi. C'è anche un video, diffuso alla stampa, dove si vede il passaggio di una busta a una persona seduta accanto a Milani. Anche quella persona è indagata e la stampa lo presenta come dirigente SiCobas. Sulla pagina fb del sindacato è stato pubblicato il video della conferenza stampa dell'avvocato di Milani. Milani respinge tutte le accuse e la seconda persona indagata, quella della busta, non fa parte del sindacato.

AGGIORNAMENTO DEL 28 GENNAIO: Aldo Milani è stato liberato il pomeriggio su ordine del giudice e quello che emerge è che tutto quello che i media e i commentatori un po' troppo precipitosi hanno raccontato per un'intera giornata è un teorema senza fondamenta. Per un primo resoconto vi consiglio l'articolo di Popoff quotidiano.


STASERA LA QUESTURA DI MODENA HA ARRESTATO ALDO MILANI

Nel tardo pomeriggio di oggi, 26 gennaio 2016, il nostro coordinatore nazionale Aldo Milani è stato prelevato dalla Polizia, arrestato e tradotto nel carcere di Modena e a tuttora il suo difensore non è stato messo in grado di contattarlo.

E' evidente che ci troviamo di fronte a un escalation repressiva senza precedenti: lo stato dei padroni, non essendo riuscito a fermare con i licenziamenti, le minacce, le centinaia di denunce, i fogli di via, le manganellate e i lacrimogeni una lotta che in questi anni ha scoperchiato la fogna dello sfruttamento nella logistica e il fitto sistema di collusioni e complicità tra padroni, istituzioni e sistema delle cooperative, ora cerca di fermare chi ha osato disturbare il manovratore.

Dopo le leggi liberticide sul lavoro, dopo la riduzione dei salari alla miseria, quanto i lavoratori hanno conquistato fin qui con le loro lacrime e il loro sangue viene messo nel mirino della repressione immediata che cerca di colpire chiunque osi ribellarsi e, soprattutto, osi praticare un’azione politica che vada nella prospettiva della liberazione dalla schiavitù del salario.

Il disegno repressivo vuole distogliere l'attenzione dalle situazioni di sfruttamento in cui versa il mondo del lavoro e la logistica in particolare: contro questa barbarie si è alzato un movimento di lotta che non ha eguale negli ultimi anni, per durezza delle forme di lotta e per i risultati raggiunti.

La sostanza è semplice: con l'arresto di Aldo Milani si vuol mettere definitivamente fuorilegge la libertà di sciopero!

Se il nemico di classe si illude di sbarazzarsi del SI Cobas decapitando il gruppo dirigente, si sbaglia di grosso!

A quest'attacco politico frontale risponderemo da subito con l'unica arma che gli operai hanno a disposizione: l'autorganizzazione e la lotta.

Proclamiamo quindi fin da ora la mobilitazione in tutti i luoghi di lavoro, e chiamiamo le reti di simpatizzanti e solidali a mobilitarsi nelle iniziative che nelle prossime ore saranno indette dal SI Cobas contro la repressione e per la liberazione immediata di Aldo.

Seguiranno altre comunicazioni non appena avremo aggiornamenti.

26/01/2016

SI COBAS NAZIONALE

In Lavoro Tags aldo milani, sicobas, modena, logistica, facchini, sindacato, repressione, sciopero
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Il 2025 ci aveva portato le piazze piene di rabbia e speranza, ma sta terminando con la risposta del governo a suon di sgomberi e repressione. E allora per il 2026 ci auguro di essere all’altezza della situazione, lucidɜ, determinatɜ e unitɜ
Il 2025 ci aveva portato le piazze piene di rabbia e speranza, ma sta terminando con la risposta del governo a suon di sgomberi e repressione. E allora per il 2026 ci auguro di essere all’altezza della situazione, lucidɜ, determinatɜ e unitɜ
Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco.  Israele continua a bombardare e bloccare l&
Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco. Israele continua a bombardare e bloccare l’afflusso degli aiuti, mentre gran parte della popolazione di Gaza è costretta in metà del territorio della striscia. In Cisgiordania non va meglio, perché coloni ed esercito proseguono nella pulizia etnica e nella cacciata dei palestinesi dalle loro terre. Questa è la realtà sul campo, mentre qui da noi i complici hanno fatto calare il silenzio e destre e “riformisti” del Pd vogliono persino tappare la bocca ai chi denuncia i crimini di Israele, proponendo la messa fuorilegge della critica al sionismo. Per questo occorre tenere viva la mobilitazione. Tutto il resto sono chiacchiere #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si sbagliano, alla grande! Giù le mani dall’Askatasuna! #Aska #Askatasuna
PER PINO E LICIA PER NON DIMENTICARE PINELLI ASSASSINATO   La memoria è una cosa importante, serve per affrontare il presente e, soprattutto, il futuro. E non bisogna mai dimenticare Piazza Fontana e la morte poco accidentale di Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, accusato ingiustamente nel quadro dei depistaggi all’indomani della strage e fatto precipitare nella notte del 15 dicembre 1969 da una finestra del quarto piano della Questura di Milano. Nessuno avrebbe mai pagato per la sua morte o per le tante bugie e, alla fine, la spiegazione giudiziaria sarebbe stata un misterioso “malore attivo”. Morto Pinelli, il depistaggio continuò e il 16 dicembre fu arrestato un altro anarchico milanese, Pietro Valpreda, che rimase in carcere innocente per 3 anni. Solo molti anni più tardi una parte della verità storica sulla strage di Stato riuscì a farsi largo anche sul piano giudiziario, con l’individuazione dei responsabili della strage nei neofascisti di Ordine Nuovo. La famiglia Pinelli avrebbe dovuto aspettare 40 anni perché lo Stato, nella persona del Presidente della Repubblica Napolitano, riconoscesse la “verità storica” su Pinelli e sulla strage di piazza Fontana. Una verità storica che i movimenti avevano denunciato sin dai primi momenti e che anche oggi, in tempi di galoppante revisionismo governativo, potrà continuare a vivere soltanto attraverso la memoria e l’impegno collettivo. #pinelli #giuseppepinelli #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni p
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa

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