• Home
  • Chi sono
  • Contatti
  • Archivio 2005-2014
Menu

il blog di Luciano Muhlbauer

  • Home
  • Chi sono
  • Contatti
  • Archivio 2005-2014

Dopo il 6 settembre osare di più

September 11, 2025

La Milano degli ultimi anni ha sempre alternato periodi più o meno lunghi di piazze vuote e improvvise esplosioni di partecipazione ed è facile, facilissimo cedere alla tentazione di applicare questo schema anche al corteo del 6 settembre. Eppure, in quella giornata c’era qualcosa di diverso, perché era un corteo sicuramente alimentato da un’ondata emotiva, come sempre accade quando toccano i simboli e il vissuto personale, ma era anche un corteo molto politico, che ha puntato il dito sia contro le mire autoritarie del governo nazionale, sia contro una politica cittadina che favorisce gli speculatori e che a colpi di gentrificazione espelle i ceti popolari, comprese parti del famoso ceto medio. E il fatto che Manfredi Catella si sia sentito in dovere di attaccare pubblicamente quella manifestazione rappresenta una conferma dell’impatto politico del 6 settembre.

Ma se ci fermassimo a questa fotografia, senza fare i conti con le contraddizioni di quella giornata, faremmo non solo un torto a quelle 80mila persone scese in piazza, ma soprattutto non indagheremmo le potenzialità e le possibilità che quella partecipazione ha evocato.

Era un corteo di molti cortei, in realtà, e il riferimento non è semplicemente al corteo degli spazi sociali e dei movimenti, poi confluito in quello generale. Ma erano molteplici le motivazioni presenti, espresse anche con prese di posizioni diverse, unite tuttavia in un comune bisogno di (ri)prendere parola dopo tre anni di governo Meloni e 14 anni di centrosinistra meneghino, che di fatto ha delegato l’urbanistica ai grossi capitali finanziari e immobiliari, consentendo agli investitori privati di costruire grattacieli con una semplice Scia o spostando le valutazioni urbanistiche nella più mansueta commissione paesaggio, ma totalmente incapace di trovare soluzioni per il Leoncavallo.

C’erano molte motivazioni, ma da un punto di vista politica due grandi campi di ragionamento hanno convissuto in quella giornata. C’era chi teorizzava una sorta di politica dei due tempi, prima combattiamo le aggressioni delle destre di governo e poi, in un tempo non meglio specificato, ci occupiamo di Milano. E c’era chi riteneva, come chi scrive, che non c’è spazio per la politica dei due tempi, ma che l’unica maniera anche per resistere e fermare le destre sta nel fare i conti fino in fondo, oggi e qui, con il modello Milano, perché cos’è quel modello se non la prosecuzione del modello di città già delineato dalle precedenti amministrazioni comunali di centrodestra?

Il 6 settembre le differenze, contraddizioni e sfumature hanno convissuto grazie a una dinamica di mobilitazione più grande, ma non hanno dialogato. L’aveva peraltro già mostrato la partecipatissima assemblea cittadina del 2 settembre, dove gli interventi non dialogavano e non confliggevano, ma dove semplicemente ogni soggetto ha esplicitato il proprio posizionamento.

Se vogliamo guardare avanti e considerare il 6 settembre un punto di partenza e non una felice parentesi, dobbiamo fare qualche passo in più e aprire una riflessione sulle convergenze possibili e necessarie. Non mi riferisco tanto ai due grandi campi di ragionamento, ma a quello che comprende i movimenti e gli spazi sociali, anche perché siamo tra i principali bersagli della stretta repressiva del governo e perché la spada di Damocle degli sgomberi è sempre lì, come ci ha ricordato anche la recente vicenda del Cantiere.

E poi c’è il Leo al quale la Giunta Sala propone di andare a San Dionigi. Anche i sassi sanno che quella proposta è non solo indecente, ma anche irrealistica e ora l’ha ribadito anche il corteo del 6 settembre. Insomma, il posto del Leo è in via Watteau e lì deve tornare.

Come prima del 6 settembre, anche adesso, in ultima analisi dipende solo da noi.

Pubblicato su Milano in Movimento l’11 settembre 2025

credits: foto di Vincenzo Lullo

In Movimenti Tags Leoncavallo, Milano, modello milano, 6 settembre, Sala, movimenti, repressione, sgomberi
← Il tappo è saltatoLeoncavallo: la posta in gioco è la città →

Feed Instagram

12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni p
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA 
STRAGE FASCISTA E DI STATO 

12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente
A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la mor
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO 12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la morte di Giuseppe Pinelli e l’ingiusta persecuzione contro gli anarchici. Non si tratta di un esercizio rituale, ma della necessità di leggere il presente attraverso le continuità che lo attraversano. Ci troviamo alle 18.30 in piazza 24 Maggio a #Milano #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
ALLA PRIMA DELLA SCALA, LIBERTÀ PER SHAHIN
Mohammad Shahin, imam torinese regolarmente residente in Italia, è stato fermato e rinchiuso nel CPR di Caltanissetta con l’obiettivo di espellerlo verso l’Egitto, dove peraltro sar
ALLA PRIMA DELLA SCALA, LIBERTÀ PER SHAHIN Mohammad Shahin, imam torinese regolarmente residente in Italia, è stato fermato e rinchiuso nel CPR di Caltanissetta con l’obiettivo di espellerlo verso l’Egitto, dove peraltro sarebbe a rischio la sua incolumità. La sua colpa? Essere tra gli animatori delle mobilitazioni torinesi contro il genocidio e per la Palestina. In altre parole, un anticipo di quello che succederebbe a tutti e tutte noi se dovessero passare la proposte di legge presentate dai partiti di governo e dalla destra del Pd (proposta Derio), che intendono equiparare antisemitismo e antisionismo, mettendo così de facto fuorilegge ogni critica all’occupazione israeliana della Palestina. Oggi alla prima della Scala, insieme al sostegno alla vertenza dei lavoratori e delle lavoratrici della Scala, è stato ribadito che non intendiamo farci mettere il bavaglio e che Shahin deve tornare libero. Buon Sant’Ambrogio e Palestina libera! #FreeShahin #PrimaScala
In occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese, istituita dall’ONU nel 1977, si sono tenute due manifestazioni nazionali a Roma e a #Milano. C’è chi pensa che ormai non bisogna più mobilitarsi, perché c’è un cessate il fuoco e perché si sta andando verso la pace, ma purtroppo la realtà sul campo è ben diversa. La maggior parte di Gaza è sotto occupazione militare israeliana e nella restante parte, dove si trova ammassata tra le macerie la quasi totalità della popolazione, continuano gli interventi militari e le uccisioni e gli aiuti umanitari entrano solo con contagocce. Per non parlare di quello che accade in Cisgiordania, dove coloni e esercito di occupazione intensificano addirittura le operazioni di pulizia etnica in un crescendo di violenza. Tutto questo è possibile solo grazie alla copertura dei governi alleati di Israele, tra cui quello italiano, che blaterano di una pace che non c’è e che, di fatto, altro non fanno che proseguire la loro complicità con i crimini di Israele. Ecco perché bisogna continuare a stare in piazza, a intervenire in ogni occasione e non permettere mai che cali il silenzio su quello che accade in Palestina. #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
A MILANO CONTRO LA FINANZIARIA DEL RIARMO 
A #Milano migliaia in piazza per lo sciopero generale convocato dal sindacalismo di base contro una manovra finanziaria che continua a tagliare la spesa sociale e avvia lo spostamento delle risorse pubbliche
A MILANO CONTRO LA FINANZIARIA DEL RIARMO A #Milano migliaia in piazza per lo sciopero generale convocato dal sindacalismo di base contro una manovra finanziaria che continua a tagliare la spesa sociale e avvia lo spostamento delle risorse pubbliche verso il riarmo, mentre decrescono i salari e aumentano le rendite e i profitti di pochi. Tantissime le bandiere della Palestina, perché neanche per un minuto dobbiamo farci distrarre da una pace che c’è solo nella propaganda dei complici di Netanyahu. #scioperogenerale #stopriarmo #FreePalestine

Categorie

  • Grandi Opere (1)
  • Razzismo (1)
  • Casa (2)
  • Territorio (2)
  • Diritti (3)
  • Guerre e Pace (3)
  • Scuola e Istruzione (3)
  • Sicurezza (3)
  • Solidarietà (9)
  • Lavoro (17)
  • Internazionale (22)
  • Movimenti (27)
  • Antifascismo (36)
  • Politica (38)

Tag 

  • milano
  • Milano
  • antirazzismo
  • antifascismo
  • antifa
  • movimenti
  • Expo 2015
  • curdi
  • Turchia
  • repressione
  • rojava
  • sgomberi
  • erdogan
  • solidarietà
  • regione lombardia
  • pkk
  • migranti
  • jobs act
  • elezioni 5 giugno
  • Elezioni Comune Milano 2016

Powered by IlCapitano