• Home
  • Chi sono
  • Contatti
  • Archivio 2005-2014
Menu

il blog di Luciano Muhlbauer

  • Home
  • Chi sono
  • Contatti
  • Archivio 2005-2014

Il tappo è saltato

September 24, 2025

Non c’è dubbio, il 22 settembre il composito e articolato movimento per la Palestina ha esondato e condiviso una giornata di mobilitazione, sciopero, occupazioni e azioni, al di là di appartenenze, bandiere e generazioni. Insomma, un tappo è saltato e, dopotutto, era ora che accadesse dopo quasi due anni di genocidio e di inazione e complicità istituzionale.

A differenza di alcune parti della sinistra, le destre che governano il nostro paese hanno compreso immediatamente il senso della giornata di lunedì. Lungi dal voler porre fine alla loro impermeabilità rispetto alle istanze sociali hanno scelto lo scontro frontale e di proseguire senza soluzione di continuità la campagna della destra globale su Charlie Kirk, sposando apertamente il discorso di Trump e Netanyahu e accusando chiunque si mobiliti contro il massacro del popolo palestinese di essere un utile idiota al servizio di Hamas. E, ovviamente, sono ricorsi al collaudato metodo del divide et impera, buttandola in sicurezza e ordine pubblico.

A Milano quotidiani e tv sono pieni di racconti di maranza rabbiosi calati dalle periferie, antagonisti che strumentalizzano, anarchici vari e casseur pronti a spaccare tanto per spaccare. Secondo loro questo spiegherebbe cos’è successo attorno alla stazione Centrale lunedì pomeriggio, ma in realtà è solo un racconto per cavalcare e suscitare paure e per parlare d’altro.

Chiunque fosse presente e in buona fede ha visto che non c’è stato un assalto alla stazione da parte di qualche gruppo di violenti, ma che c’erano migliaia di manifestanti che ritenevano logico e giustificato andare ad occupare i binari nella giornata del “blocchiamo tutto” e come peraltro avvenuto in altre città italiane, in autostrade, porti e stazioni, senza che si registrassero drammi. A Milano, invece, c’è stata una rigidità inusuale per i canoni meneghini e l’ordine tassativo era bloccare i manifestanti ad ogni costo, con manganello e lacrimogeni a tonnellate. Chi l’ha deciso? Il Questore? Roma? O semplicemente c’era confusione e impreparazione?

Non sono domande sciocche, perché viviamo nell’epoca dei decreti sicurezza e della crescente intolleranza istituzionale verso ogni forma di dissenso e opposizione e sebbene non siamo negli Stati Uniti, dove l’ICE è ormai un braccio armato del trumpismo e la guardia nazionale viene schierata nelle città governate dall’opposizione, è palese che nelle destre alberghi la tentazione di mettere le polizie al servizio degli interessi politici dei partiti di governo.

E non sono domande sciocche perché una volta che hai indicato il cattivo da colpire, poi arrivano i provvedimenti. Per ora agli arresti sono finite delle persone fermate all’inizio, prima degli scontri veri e propri, tra cui due minorenni che messi insieme fanno metà del peso di un singolo celerino ed erano pure a mani nude. Ma non è finita qui, lo sappiamo, e qualcuno potrebbe tentare di approfittare della situazione anche per liberarsi di qualche scomoda realtà di movimento, tipo il centro sociale Lambretta.

Ma torniamo al tappo che in troppi vorrebbero rimettere e, quindi, alle nostre responsabilità. Le narrazioni tossiche su Milano e gli insulti delle destre di governo non devono distrarci in un momento in cui Israele continua con il genocidio e intensifica la pulizia etnica a Gaza e in Cisgiordania, con il pieno e rivendicato sostegno di Trump e, di fatto, del governo Meloni. E in cui stanno iniziando gli attacchi veri e propri alla Global Sumud Flotilla.

Questo è il momento di intensificare la mobilitazione, stringendoci stretti e strette, e soprattutto di crescere, allargare e costruire convergenze nelle lotte, perché il tappo è saltato e non dobbiamo farlo rimettere.

Pubblicato su Milano in Movimento il 24 settembre 2025

In Movimenti Tags gaza, palestina, milano, sciopero generale, scontri, stazione centrale, movimenti
← Dopo l’Askatasuna la vendetta per lo sciopero del 3 ottobreDopo il 6 settembre osare di più →

Feed Instagram

Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco.  Israele continua a bombardare e bloccare l&
Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco. Israele continua a bombardare e bloccare l’afflusso degli aiuti, mentre gran parte della popolazione di Gaza è costretta in metà del territorio della striscia. In Cisgiordania non va meglio, perché coloni ed esercito proseguono nella pulizia etnica e nella cacciata dei palestinesi dalle loro terre. Questa è la realtà sul campo, mentre qui da noi i complici hanno fatto calare il silenzio e destre e “riformisti” del Pd vogliono persino tappare la bocca ai chi denuncia i crimini di Israele, proponendo la messa fuorilegge della critica al sionismo. Per questo occorre tenere viva la mobilitazione. Tutto il resto sono chiacchiere #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si sbagliano, alla grande! Giù le mani dall’Askatasuna! #Aska #Askatasuna
PER PINO E LICIA PER NON DIMENTICARE PINELLI ASSASSINATO   La memoria è una cosa importante, serve per affrontare il presente e, soprattutto, il futuro. E non bisogna mai dimenticare Piazza Fontana e la morte poco accidentale di Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, accusato ingiustamente nel quadro dei depistaggi all’indomani della strage e fatto precipitare nella notte del 15 dicembre 1969 da una finestra del quarto piano della Questura di Milano. Nessuno avrebbe mai pagato per la sua morte o per le tante bugie e, alla fine, la spiegazione giudiziaria sarebbe stata un misterioso “malore attivo”. Morto Pinelli, il depistaggio continuò e il 16 dicembre fu arrestato un altro anarchico milanese, Pietro Valpreda, che rimase in carcere innocente per 3 anni. Solo molti anni più tardi una parte della verità storica sulla strage di Stato riuscì a farsi largo anche sul piano giudiziario, con l’individuazione dei responsabili della strage nei neofascisti di Ordine Nuovo. La famiglia Pinelli avrebbe dovuto aspettare 40 anni perché lo Stato, nella persona del Presidente della Repubblica Napolitano, riconoscesse la “verità storica” su Pinelli e sulla strage di piazza Fontana. Una verità storica che i movimenti avevano denunciato sin dai primi momenti e che anche oggi, in tempi di galoppante revisionismo governativo, potrà continuare a vivere soltanto attraverso la memoria e l’impegno collettivo. #pinelli #giuseppepinelli #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni p
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA 
STRAGE FASCISTA E DI STATO 

12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente
A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la mor
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO 12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la morte di Giuseppe Pinelli e l’ingiusta persecuzione contro gli anarchici. Non si tratta di un esercizio rituale, ma della necessità di leggere il presente attraverso le continuità che lo attraversano. Ci troviamo alle 18.30 in piazza 24 Maggio a #Milano #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa

Categorie

  • Grandi Opere (1)
  • Razzismo (1)
  • Casa (2)
  • Territorio (2)
  • Diritti (3)
  • Guerre e Pace (3)
  • Scuola e Istruzione (3)
  • Sicurezza (3)
  • Solidarietà (9)
  • Lavoro (17)
  • Internazionale (22)
  • Movimenti (28)
  • Antifascismo (36)
  • Politica (38)

Tag 

  • milano
  • Milano
  • antirazzismo
  • antifascismo
  • antifa
  • movimenti
  • Expo 2015
  • curdi
  • Turchia
  • repressione
  • rojava
  • sgomberi
  • erdogan
  • solidarietà
  • regione lombardia
  • pkk
  • migranti
  • jobs act
  • elezioni 5 giugno
  • Elezioni Comune Milano 2016

Powered by IlCapitano