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il blog di Luciano Muhlbauer

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Expo non fa rima con i diritti dei lavoratori

June 10, 2015

Bisogna urgentemente rompere quella insopportabile cappa di conformismo e ipocrisia che impedisce ogni serio dibattito pubblico su come l’evento Expo tratta, o meglio, maltratta i diritti dei lavoratori. E non mi riferisco soltanto alla vicenda dei controlli preventivi di polizia che decidono chi può e chi non può lavorare sul sito, poiché questo è semplicemente l’ultimo caso di una lunga serie, che nel suo insieme esplicita una visione del mondo del lavoro tutto low cost e senza diritti.

Il Governo ha presentato Expo come un “fiore all’occhiello del nostro paese”, come una finestra sul futuro dell’Italia. E quindi non è solo lecito, ma persino doveroso interrogarci sull’idea di futuro che ci viene proposto.

Cominciamo dall’inizio, cioè dal Protocollo del 23 luglio 2013, firmato da Expo 2015 S.p.A., società a totale controllo pubblico (Ministero, Comune, Regione, Provincia, Camera Commercio), e da Cgil, Cisl e Uil. Un accordo altamente significativo, poiché rappresenta essenzialmente un’operazione di dumping sociale. Infatti, la tipologia contrattuale prevalente non è il normale contratto a termine, bensì un apprendistato dove gli obblighi formativi sono ridotti all’osso, potendo essere assolti con la formazione “a distanza” e “on the job”, e dove le qualifiche professionali appositamente introdotte, come quella di “Operatore di Grandi Eventi”, assomigliano più a una foglia di fico che a una prospettiva professionale credibile. Insomma, il tutto appare terribilmente strumentale e finalizzato unicamente ad abbassare i livelli salariali.

Ma si va anche oltre, permettendo l’uso degli stage, a 516 euro al mese, e soprattutto ricorrendo massicciamente al lavoro gratuito. Beninteso, il Protocollo parla di “volontariato”, ma il fatto che non si citi nemmeno la legislazione in materia e che si regolamenti invece l’attività dei volontari in un accordo sindacale la dice lunga sulla sua natura più che ambigua.

Nel giugno 2014 arriva poi l’Avviso comune, voluto da Regione Lombardia e firmato dalle associazioni padronali e dai sindacati confederali, che estende la possibilità di deroghe contrattuali nello spazio e nel tempo. Anche in questo caso si punta sul contratto di apprendistato, ma con l’aggiunta di un pizzico di dumping sul dumping, cioè l’”apprendistato in somministrazione”.

Abbiamo citato questi due accordi non perché siano gli unici fatti di rilievo, ma perché fissano nero su bianco la logica con la quale Expo guarda al lavoro. Carta canta, come si suol dire, e questa vale anche per il sindacato confederale, che per convinzione o per debolezza si è ritagliato il ruolo poco esaltante del limitatore dei danni.

Se queste sono le premesse è evidente che non dobbiamo meravigliarci che i lavoratori della Scala siano stati sottoposti a un ignobile linciaggio mediatico o che sia stato messo in moto un sistema di controlli di polizia, come se fosse la cosa più normale del mondo, sebbene la violazione dei diritti costituzionali sia palese.

Ovviamente, il low cost e l’assenza di diritti vale solo per quelli in basso. Tutt’altra musica suona per quelli in alto, dove sugli stipendi non si risparmia e dove essere indagati per evasione fiscale e appropriazione indebita non costituisce certo un impedimento per continuare a fare il Presidente di Expo 2015 S.p.A.

Expo finirà, ma non necessariamente la sua visione del lavoro. Anzi, se questa ne uscirà indenne, senza contrasto significativo e persino senza dibattito pubblico, allora diventerà un modello da imitare e moltiplicare. Questa è la posta in gioco e per questo non sono più ammissibili i troppi silenzi. 

Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano il Manifesto il 10 giugno 2015

In Lavoro Tags Expo 2015, questura, costituzione, Protocollo 23 luglio 2013, diritti, licenziamento, sindacato, apprendistato, lavoratori, lavoro gratuito
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Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco.  Israele continua a bombardare e bloccare l&
Gaza e tutta la Palestina non fanno più notizia. È questo il principale risultato dei cosiddetti “accordi di pace”, che in realtà non sono nemmeno un vero cessate il fuoco. Israele continua a bombardare e bloccare l’afflusso degli aiuti, mentre gran parte della popolazione di Gaza è costretta in metà del territorio della striscia. In Cisgiordania non va meglio, perché coloni ed esercito proseguono nella pulizia etnica e nella cacciata dei palestinesi dalle loro terre. Questa è la realtà sul campo, mentre qui da noi i complici hanno fatto calare il silenzio e destre e “riformisti” del Pd vogliono persino tappare la bocca ai chi denuncia i crimini di Israele, proponendo la messa fuorilegge della critica al sionismo. Per questo occorre tenere viva la mobilitazione. Tutto il resto sono chiacchiere #Gaza #StopGenocide #EndOccupation #FreePalestine #Resistenza
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si
Continua la campagna del governo Meloni per eliminare manu militari ogni voce fuori dal suo coro. Oggi è toccato all’Askatasuna di Torino. Ma si illudono se pensano che uno sgombero possa chiudere la bocca alle persone. Si illudono e si sbagliano, alla grande! Giù le mani dall’Askatasuna! #Aska #Askatasuna
PER PINO E LICIA PER NON DIMENTICARE PINELLI ASSASSINATO   La memoria è una cosa importante, serve per affrontare il presente e, soprattutto, il futuro. E non bisogna mai dimenticare Piazza Fontana e la morte poco accidentale di Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, accusato ingiustamente nel quadro dei depistaggi all’indomani della strage e fatto precipitare nella notte del 15 dicembre 1969 da una finestra del quarto piano della Questura di Milano. Nessuno avrebbe mai pagato per la sua morte o per le tante bugie e, alla fine, la spiegazione giudiziaria sarebbe stata un misterioso “malore attivo”. Morto Pinelli, il depistaggio continuò e il 16 dicembre fu arrestato un altro anarchico milanese, Pietro Valpreda, che rimase in carcere innocente per 3 anni. Solo molti anni più tardi una parte della verità storica sulla strage di Stato riuscì a farsi largo anche sul piano giudiziario, con l’individuazione dei responsabili della strage nei neofascisti di Ordine Nuovo. La famiglia Pinelli avrebbe dovuto aspettare 40 anni perché lo Stato, nella persona del Presidente della Repubblica Napolitano, riconoscesse la “verità storica” su Pinelli e sulla strage di piazza Fontana. Una verità storica che i movimenti avevano denunciato sin dai primi momenti e che anche oggi, in tempi di galoppante revisionismo governativo, potrà continuare a vivere soltanto attraverso la memoria e l’impegno collettivo. #pinelli #giuseppepinelli #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA
STRAGE FASCISTA E DI STATO
 
Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni p
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO   Sono passati 56 anni dal giorno in cui apparati dello Stato, con la manovalanza neofascista, inaugurarono la cosiddetta strategia della tensione, il cui obiettivo era creare le condizioni per svolte autoritarie che potessero fermare i grandi movimenti di massa, di operai e studenti, che negli anni 68 e 69 aprirono nuovi spazi e stavano conquistando diritti sociali e civili per tutte e tutti. Nella strage di piazza Fontana morirono direttamente 17 persone, ai quali va aggiunto Pino Pinelli, ingiustamente accusato e fatto volare da una finestra della Questura di Milano. Anche quest’anno il 12 dicembre i movimenti milanesi, ai quali si sono aggiunte le associazioni palestinesi, sono scesi in piazza non solo per ricordare, ma anche per ribadire che senza il protagonismo delle persone e dei movimenti, senza conflitto, i diritti e le libertà sono sempre sotto tiro, allora come oggi. Specie oggi, in tempi in cui vecchi fantasmi, dalle politiche autoritarie e repressive fino alla guerra, si stanno riaffacciando.   #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA 
STRAGE FASCISTA E DI STATO 

12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente
A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la mor
12 DICEMBRE PIAZZA FONTANA STRAGE FASCISTA E DI STATO 12 dicembre, strage di piazza Fontana,
Pinelli assassinato Valpreda innocente A cinquantasei anni dalla strage di Piazza Fontana, ricordiamo la matrice fascista di quell’attentato, la morte di Giuseppe Pinelli e l’ingiusta persecuzione contro gli anarchici. Non si tratta di un esercizio rituale, ma della necessità di leggere il presente attraverso le continuità che lo attraversano. Ci troviamo alle 18.30 in piazza 24 Maggio a #Milano #piazzafontana #stragefascista #stragedistato #antifa

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