Il divieto di manifestare non esiste e non può esistere, non più. Non esiste più nella realtà, perché già dopo i primi allentamenti forme di manifestazione, nel rispetto delle distanze e delle misure di sicurezza, ci sono state e non sempre sono piovute multe o divieti. Non esiste più dal punto di vista del buon senso, perché una cosa era vietare manifestazioni quando l’unica occasione di socializzazione consentita era la coda al supermercato, altra cosa è quando, nel rispetto delle misure di sicurezza, potrai assembrarti praticamente ovunque, al lavoro, sui mezzi, al mercato, al ristorante eccetera. Infine, non può esistere legalmente, come molti costituzionalisti sottolineano da giorni, perché un diritto costituzionalmente tutelato non può essere sospeso a tempo indefinito da uno stato d’emergenza dichiarato ai sensi del Codice della protezione civile, come peraltro ora sembra prendere atto anche il decreto legge varato dal governo il 16 maggio e il Dpcm del 17 maggio.
Read MoreIl referendum costituzionale e quel menopeggismo duro a morire
O Renzi o il caos! Mancavano soltanto lo spread, il crack e il crollo delle banche e, puntualmente, lunedì sono arrivati pure loro a riempire giornali e telegiornali. Inutile invece cercare traccia nell’informazione che conta delle decina di migliaia che domenica avevano manifestato a Roma in nome del No sociale. Ma è così che vanno le cose nei tempi presenti, dove realtà e narrazione marciano sempre più separati. Peraltro, la stessa campagna renziana ha smesso da tempo di parlare del merito della riforma, per puntare tutto sulle mille paure di un società sempre più precaria, con diritti e certezze liquefatti.
Read MorePer vincere al referendum costituzionale serve il No Sociale
Mancano ancora più di cinque settimane al voto e in troppi sono convinti che No abbia già vinto, sottovalutando clamorosamente i molti talloni d’Achille del fronte del No e il potenziale espansivo della campagna renziana. La partita, invece, è tutta aperta e le prossime settimane saranno decisive non solo per l’esito del referendum costituzionale, ma anche per gli scenari del giorno dopo. E, da questo punto di vista, molto dipenderà dalla capacità o meno di far vivere le ragioni del No fuori dai suoi attuali recinti, unendo la battaglia referendaria alla questione sociale e parlando a quanti e quante oggi si sentono semplicemente estranei a uno scontro percepito come distante dalla vita di tutti i giorni.
Read MoreExpo non fa rima con i diritti dei lavoratori
Bisogna urgentemente rompere quella insopportabile cappa di conformismo e ipocrisia che impedisce ogni serio dibattito pubblico su come l’evento Expo tratta, o meglio, maltratta i diritti dei lavoratori. E non mi riferisco soltanto alla vicenda dei controlli preventivi di polizia che decidono chi può e chi non può lavorare sul sito, poiché questo è semplicemente l’ultimo caso di una lunga serie, che nel suo insieme esplicita una visione del mondo del lavoro tutto low cost e senza diritti.
Read MoreVietare di poter lavorare in Expo è illegale
Non servono ulteriori dettagli e non è necessario attendere “chiarimenti” ufficiali per prendere parola e pretendere la fine immediata della prassi di negare a dei lavoratori e delle lavoratrici il diritto di lavorare nell’area Expo in base a un parere riservato della Questura. Beninteso, i chiarimenti e il ripristino della trasparenza sono atti urgenti e doverosi, ma quello che sappiamo basta e avanza per dire che siamo di fronte a atti e prassi palesemente estranei e contrari alla legalità costituzionale e democratica del nostro paese.
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