Manca ormai poco al corteo nazionale indetto dalle comunità curde in Italia, che si terrà sabato 11 febbraio a Milano. Come sempre, gli ultimi giorni sono decisivi per la buona riuscita delle iniziative e per questo vi invito tutti e tutte a far circolare il più possibile le informazioni sul corteo. È importante che la manifestazione riesca bene, perché oggi è non solo necessario, ma anche terribilmente urgente dare un segnale e rompere il silenzio che la complice distrazione dei governi europei e di tanti media hanno fatto calare su quello che accade in Turchia e Siria del nord. Il popolo curdo rischia concretamente il massacro per mano del regime di Erdogan, al quale tutto sembra ormai permesso, purché impedisca con ogni mezzo che profughi e i migranti riescano a raggiungere l’Europa.
Read MoreDalla parte del popolo curdo – Milano 11 febbraio corteo nazionale per la liberazione di Ocalan
Sabato 11 febbraio, in occasione del 18° anniversario del sequestro di Abdullah Ocalan, le comunità e organizzazioni curde di tutta Europa scenderanno in piazza, a Strasburgo per la mobilitazione continentale e a Milano per la manifestazione nazionale delle comunità italiane e ticinese. È la prima volta che Milano ospita una mobilitazione curda di dimensione nazionale e questo consegna alla città e ai territori vicini una responsabilità particolare, anche perché l’attuale scenario in Turchia e Medio Oriente richiede che venga urgentemente rilanciato il sostegno al popolo e ai movimenti curdi. E, beninteso, non si tratta di una semplice questione di solidarietà, ma anche -e forse soprattutto- di schierarsi con chi oggi nella martoriata area mediorientale rappresenta la più significativa opzione politica che rifiuta sia i settarismi religiosi ed etnici che la riproposizione di regimi dittatoriali, per investire invece sull’autogoverno democratico e sulla convivenza pacifica. E non solo a parole, ma anzitutto con i fatti, come dimostra l’amministrazione dei territori strappati all’oscurantismo sanguinario dell’Isis.
Read MoreCon la Grecia e contro l'austerità. Per cambiare l'Europa. È il momento di mobilitarsi
Che sarebbe stata dura lo sapevano anche i sassi, ma poi le tante pacche sulle spalle ricevute da Tsipras, da Parigi a Roma, hanno regalato momenti di illusione agli ingenui. Già, perché le pacche non costano nulla e rendono pure simpatici, ma poi mica si può consentire sul serio a un paese di 11 milioni di anime, per giunta governato da un ex no global respinto dalla polizia italiana ai tempi del G8 di Genova, di mettere in discussione i capisaldi della politica economica europea. Sì, perché il punto non è certo il debito greco in sé, la cui manifesta insostenibilità è di dominio pubblico, bensì il dogma dell’austerità e i rapporti di potere politici ed economici che ne derivano.
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