Se avesse potuto, Salvini avrebbe sostituito non solo Gallera, ma anche e soprattutto Fontana, perché se la fallimentare gestione dell’emergenza sanitaria ha dimostrato qualcosa è che ad essere totalmente inadeguato non è soltanto l’assessore alla sanità, ma l’intero governo regionale, a partire dal suo Presidente. Ma non si poteva, a meno di non scegliere la strada della fine anticipata della legislatura e di nuove elezioni regionali, che però sarebbe stata un evidente azzardo, viste le circostanze e la continua erosione di credibilità del buon governo lombardo. E quindi, eccoci alla soluzione Moratti, cioè alla messa sotto tutela e al commissariamento di fatto del presidente regionale.
Read MoreFormentini uno di noi?
La morte si rispetta e forse per questo i profili social della nostra parte di mondo, altrimenti ben più vivaci, sono rimasti piuttosto silenti di fronte alla notizia della scomparsa di Marco Formentini, Sindaco di Milano dal 1993 al 1997. Ma oggi, leggendo tutta una serie di omaggi e ricostruzioni provenienti da voci autorevoli del centrosinistra milanese, che ci presentano un Formentini Sindaco in una assai improbabile veste progressista, cadono francamente le braccia ed è senz’altro il caso di prendere parola.
Read MoreCpr Corelli - Cambiano i governi e le parole, ma restano i lager di Stato
E così, a Milano ha riaperto il centro di detenzione amministrativa per migranti di via Corelli, come aveva voluto l’allora Ministro Salvini e come il Sindaco Sala aveva allora contestato. A realizzare l’obiettivo del capo leghista ci ha pensato il Ministro Lamorgese, espressione del governo Pd-M5S-Leu-Italia Viva, e il Sindaco Sala ora dichiara “io non voglio contestare la decisione del governo”. Peraltro, giusto per essere precisi, va ricordato che Salvini e il governo Lega-M5S si erano limitati a individuare la location di Milano e a raddoppiare il tempo massimo di detenzione dei migranti (da 3 a 6 mesi), ma la riapertura in Italia delle carceri amministrative, ora chiamate Cpr, fu decisa nel 2017 dal governo Gentiloni, a guida Pd, con il famoso decreto Minniti-Orlando.
Read MoreLambretta, Torchiera, RiMake e la miopia della politica cittadina
A Milano esiste una lista che non rimane mai vuota, quella degli spazi sociali da sgomberare. Una città che corre, che cambia pelle continuamente, che ama mostrarsi smart, europea e cosmopolita, che ha archiviato il ventennio del grigiore e dei vicesceriffi per imboccare la strada liberal dei Pisapia e dei Sala, ma che non riesce proprio a liberarsi da quella coazione a ripetere. Chissà perché, forse per pavidità o per mancanza di immaginazione oppure semplicemente per miopia, ma fatto sta che nemmeno la pandemia ha modificato di una virgola questo stato delle cose. E così, ora Lambretta, Torchiera e RiMake si trovano in cima a quella lista.
Read MoreSolidali con curdi e palestinesi, mai complici degli oppressori – in piazza a Milano sabato 27 giugno
Un giorno osannati, quello dopo di nuovo dimenticati, sempre costretti a giustificarsi e a barcamenarsi tra potenze che prima li usano e poi li gettano. È la storia di praticamente tutti i popoli senza terra, è sicuramente la storia di quello curdo e di quello palestinese. E poi ci sono momenti, come quello attuale, in cui l’oppressore di turno cerca di approfittare della congiuntura per dare una spallata decisiva.
Read MoreÈ partita l’operazione Salviamo Fontana
La Giunta regionale lombarda e la Lega si mostrano sicuri, ma dietro le dichiarazioni stile “non abbiamo sbagliato nulla” si cela qualche evidente preoccupazione. E non perché in giro ci sia un odio anti-lombardo, come tentano di accreditare le destre e qualche importante organo di informazione, ma semplicemente perché sono troppe le cose che non hanno funzionato e che non funzionano, nella gestione concreta dell’emergenza sanitaria e nel “modello lombardo” di sanità, che poi sarebbe più corretto chiamare con il suo vero nome, cioè “modello Formigoni”. E, soprattutto, quelle cose sono manifeste, nella strage nelle Rsa, nella mancata zona rossa, nelle denunce dei parenti delle vittime, nelle inchieste giornalistiche e della magistratura, nell’abbandono dei medici di base, nell’ospedale in Fiera, nelle desolanti gaffe dell’assessore alla sanità eccetera.
Read MoreRiprendere gli spazi pubblici, non abbandonarli alle destre
Sabato 6 giugno a Milano si scende in piazza per dire che “noi la vostra crisi non la paghiamo”. L’appuntamento è alle h. 16 in via Larga ang. via Pantano. L’appello a mobilitarsi è stato lanciato dai sindacati di base Si Cobas, ADL Cobas - Lombardia e Sial Cobas e diverse realtà sociali milanesi hanno già annunciato la loro partecipazione.
Read MoreIl nostro futuro cinese – recensione del libro Red Mirror di Simone Pieranni
C’erano una volta Mao e la Rivoluzione culturale e dalle nostre parti poteva capitare di leggere la scritta la Cina è vicina. Era mezzo secolo fa e la Cina, in realtà, era lontanissima, ma da allora molta acqua è passata sotto i ponti, vecchi muri sono crollati e nuovi muri sono stati innalzati, il capitalismo si è fatto più pervasivo che mai, il mondo è cambiato e anche la Cina cambiata, parecchio. E così, oggi la Cina è davvero vicina, anche senza tirare in ballo il virus partito da Wuhan per sconvolgere il mondo intero.
Read MoreIl divieto di manifestare non esiste, non più
Il divieto di manifestare non esiste e non può esistere, non più. Non esiste più nella realtà, perché già dopo i primi allentamenti forme di manifestazione, nel rispetto delle distanze e delle misure di sicurezza, ci sono state e non sempre sono piovute multe o divieti. Non esiste più dal punto di vista del buon senso, perché una cosa era vietare manifestazioni quando l’unica occasione di socializzazione consentita era la coda al supermercato, altra cosa è quando, nel rispetto delle misure di sicurezza, potrai assembrarti praticamente ovunque, al lavoro, sui mezzi, al mercato, al ristorante eccetera. Infine, non può esistere legalmente, come molti costituzionalisti sottolineano da giorni, perché un diritto costituzionalmente tutelato non può essere sospeso a tempo indefinito da uno stato d’emergenza dichiarato ai sensi del Codice della protezione civile, come peraltro ora sembra prendere atto anche il decreto legge varato dal governo il 16 maggio e il Dpcm del 17 maggio.
Read MoreStato sociale o Stato autoritario? Il futuro è cominciato
“I flagelli, invero, sono una cosa comune, ma si crede difficilmente ai flagelli quando ti piombano sulla testa. Nel mondo ci sono state, in egual numero, pestilenze e guerre; e tuttavia pestilenze e guerre colgono gli uomini sempre impreparati” (Albert Camus, La Peste)
Una verità senza tempo, quella di Camus, e in questi giorni di pandemia anche a noi è toccato impararla. E non mi riferisco ai governi e agli Stati, dove la questione si pone in maniera un po’ diversa, ma a noi persone, di questo e di altri paesi. Abbiamo faticato ad accettare la nuova realtà e fatichiamo ancora di più ad immaginarci un futuro diverso dal recente passato, anche se questo forse non era sempre desiderabile.
Read MoreIl coronavirus e la società che verrà
Comunque vada, la vicenda del coronavirus non lascerà le cose immutate. Condizionerà la percezione delle cose e delle priorità da parte delle persone e produrrà conseguenze sul piano sociale, economico, culturale e politico. Questa è una delle poche certezze in questi giorni caotici, pieni di legittime paure e di psicosi più o meno indotte.
Read MoreFascisti e antifascisti pari sono. A proposito della sentenza sull’aggressione fascista a Palazzo Marino del 2017
Fascisti e antifascisti pari sono. E aggressori e aggrediti pure. È questo il messaggio che di fatto ci consegna la sentenza di primo grado del tribunale di Milano di ieri 11 febbraio, a proposito dell’aggressione di un gruppo di fascisti di Casa Pound, in gran parte arrivati da fuori Milano, all’interno di Palazzo Marino del 29 giugno 2017. Infatti, due neofascisti sono stati condannati rispettivamente a un anno e a 10 mesi, mentre un antifascista è stato condannato a 8 mesi e 5.000 euro di ammenda. Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma.
Read More30 anni fa a Scienze Politiche
Racconto scritto per Milano in Movimento e pubblicato il 17 gennaio 2020
Gennaio 2020. Un messaggio su whatsapp mi ricorda che sono 30 anni dalla Pantera. Già, vero, non ci avevo pensato, ma a questo punto la memoria si mette in moto alla ricerca di ricordi, immagini, sensazioni. Vado anche in cantina, dove c’è un vecchio faldone, chiuso da un’eternità. Il faldone è strategico, perché allora il mondo era tutto analogico e cartaceo. Lo apro e saltano fuori volantini, mozioni e… la mitica carta intestata di Scienze Politiche occupata: una Pantera che graffia il Biscione.
Read MorePiazza Fontana, non c’è nulla da archiviare. 12 dicembre h. 18.30 corteo p.zza Cavour
50 anni sono parecchi e il fatto che dopo tutto questo tempo non ci sia una verità giudiziaria esauriente, che agli atti Pinelli risulti vittima di un “malore attivo” e, soprattutto, che manchi del tutto l’indicazione dei mandanti, degli ispiratori e dei depistatori, ci dice meglio di mille discorsi perché questo non è un anniversario qualsiasi, perché quella ferita non può chiudersi.
Read MoreNel Rojava non è sbarcata la pace. Sostenere la resistenza curda ora
Nel Rojava, in Siria del Nord, non è sbarcata la pace. I cessate il fuoco che si susseguono, che in realtà non hanno mai fatto cessare il fuoco contro i curdi, le strette di mano tra Putin e Erdogan, gli annunci di Trump di voler togliere le sanzioni contro la Turchia, che poi non erano mai partite, stanno creando una terrificante illusione ottica. Cioè, che in Rojava sia arrivata la pace.
Read MoreSe la vergogna fosse una categoria della politica... A proposito di Rojava
Se la vergogna fosse una categoria della politica buona parte dei governanti del mondo ne sarebbe letteralmente coperta. Anche se qui nessuno coltiva illusioni e il significato della parola realpolitik è ben noto, il grado di ipocrisia, menzogna e viltà raggiunto nella vicenda dell’invasione turca del Rojava è davvero impressionante.
Read MoreLe piazze e i movimenti
“Aprire un ragionamento collettivo” perché “non è più tempo di chiuderci nei nostri fortini” era l’ambizioso obiettivo che si era dato la redazione di Milano in Movimento nell’autunno scorso. E quanto fosse impellente nominare e sollevare il problema lo avrebbe poi ribadito lo sviluppo concreto del dibattito, evidenziando quanto sia ancora grande la difficoltà di fuoriuscire dal particolare e costruire terreni condivisi di discussione. Un problema non da poco e quasi un paradosso in una città come Milano che in questi ultimi mesi ha riconfermato una delle sue anomalie più interessanti, cioè la grande disponibilità a scendere in piazza.
Read MorePerché il centro di detenzione per migranti di via Corelli non deve riaprire – corteo #NoCpr 1 dicembre
In via Corelli a Milano sta tornando il passato. Il governo ha deciso di chiudere la struttura di accoglienza per richiedenti asilo, il Cas, per riaprire al suo posto il centro di detenzione amministrativa per migranti, chiuso cinque anni fa. Allora si chiamava Cie, e prima ancora Cpt, ora invece si chiamerà Cpr, ma è la stessa cosa, cioè un posto con le sbarre dove vengono messi in stato di detenzione, senza aver commesso reati, senza processo e senza mai vedere un giudice ordinario, cittadini non comunitari che non sono in regola con i documenti di soggiorno.
Read MoreRiMaflow resiste grazie alla solidarietà. Ma ora dobbiamo fare di più #MassimoLibero
Sono passati ormai due mesi da quel giorno di fine luglio, quando sembrava che il mondo intero dovesse crollare in testa alla comunità di lavoratori e lavoratrici che animano l’esperienza di RiMaflow a Trezzano s/N. Un’inchiesta giudiziaria aveva coinvolto la fabbrica recuperata, un’accusa infamante era stata formulata, cioè di essere parte di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, e Massimo Lettieri, in quanto presidente e legale rappresentante della cooperativa, era stata arrestato. Due mesi dopo RiMaflow c’è ancora, impegnata in una lotta quotidiana per la sopravvivenza e nella mobilitazione per la liberazione di Massimo, tuttora in carcere. Ma soprattutto, nel frattempo si è materializzata anche la solidarietà, che è poi la cosa più preziosa ed efficace in situazioni come queste.
Read MoreSgomberi e spazi sociali. Milano non resiste a Salvini
Milano doveva essere l’anti Salvini, l’unico luogo in grado non solo di resistere all’ondata gialloverde, ma di delineare un’alternativa credibile, moderna, includente e vincente. La narrazione l’ha proposta il Sindaco Sala in prima persona e dal palco del Pride di fine giugno l’ha consegnata a una piazza strapiena. Diciamoci la verità, al netto della nostra avversione verso la sua logica tutta business e grandi eventi, la cosa non ci era poi dispiaciuta più di tanto, anzi, aveva persino qualcosa si rassicurante. Peraltro, facevano notare alcuni, a Milano sulla questione migranti c’era un Majorino, che non era proprio la stessa cosa di Minniti, sull’antifascismo al Sindaco era sfuggito addirittura un “militante” e gli spazi sociali non sembravano rientrare tra i bersagli comunali.
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